Trentino, in vent'anni calo marcato dei matrimoni e prevale il rito civile
Ecco i numeri del rapporto provinciale Ispat "Matrimoni, separazioni e divorzi in Trentino. Un'analisi degli ultimi due decenni". Dal 2007 a 2022 crescono divorzi, calano invece le separazioni, in più del 90% dei casi viene scelto affido condiviso dei figli
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TRENTO. Nel 2022 sono stati celebrati in Trentino 1.549 matrimoni, il 18% in più rispetto all'anno precedente, l'11,6% in più rispetto al 2019, prima della crisi pandemica (durante la quale molte coppie hanno rinviato le nozze), e in linea con la media 2012-2019.
Lo si legge nel rapporto provinciale Ispat "Matrimoni, separazioni e divorzi in Trentino. Un'analisi degli ultimi due decenni".
In ogni caso, il numero di matrimoni celebrati negli ultimi vent'anni è in forte contrazione. Se nel 2004 si celebravano 37,3 matrimoni ogni 10.000 abitanti (1.823 coppie di sposi su 488.099 residenti), nel 2022 il dato scende a 28,6 matrimoni ogni 10.000 abitanti. Numeri simili a quelli del Nord-Est e dell'Italia (30,2 e 32,0 matrimoni ogni 10.000 abitanti), ma inferiori a quelli dell'Alto Adige (43,7 ogni 10.000 abitanti).
In Trentino crescono i matrimoni celebrati con rito civile, che passano dai 730 nel 2004 ai 1.081 del 2022 (+48,1%), mentre i matrimoni con rito religioso calano nello stesso periodo da 1.093 a 468 (-57,2%). Dal 2010 i matrimoni civili superano quelli religiosi, e nel 2022 costituiscono il 69,8% del totale (56,4% in Italia e 74,6% in Alto Adige).
Dal 2004 al 2019 gli uomini risposati crescono dall'8,5% al 17,4% degli sposi, mentre le donne risposate aumentano dal 9,1% al 17,9%.
Le separazioni coniugali nel 2022 sono state 688, il 20,4% in meno rispetto al 2021, e i divorzi sono stati 640, il 13,3% in meno rispetto al 2021.
Si tratta di medie leggermente al di sotto di quelle tra il 2012 e il 2019. Se si considera il periodo dal 2007 al 2022, però, i divorzi aumentano in termini relativi sia in Trentino (da 10,3 a 11,8 ogni 10.000 abitanti), sia - e soprattutto - a livello nazionale (da 8,7 a 14,0 ogni 10.000 abitanti), mentre restano perlopiù stabili in Alto Adige (9,7 ogni 10.000 abitanti).
Nello stesso periodo le separazioni in Trentino diminuiscono in termini relativi (da 14,9 a 12,3 ogni 10.000 abitanti), anche se con un andamento non lineare.
Da segnalare - si legge nel rapporto - che la nuova normativa ha reso più semplice e rapido il processo di scioglimento del matrimonio dal 2015 in poi. Nel 2022 le procedure extragiudiziali in Trentino corrispondono al 22,8% delle separazioni (152 su 668) e al 33,0% dei divorzi (211 su 640), a fronte di percentuali nazionali simili (rispettivamente 24,8% e 28,9%).
In Trentino nel 2021 la presenza di affidi di figli riguarda il 61% delle separazioni e il 40,5% dei divorzi, quasi sempre definiti in procedimenti giudiziali. Dall'entrata in vigore della legge 54/2006 l'affido condiviso costituisce la modalità principale, sia per la separazione sia per i divorzi, con percentuali che superano il 90% sia in Trentino sia nei territori di riferimento. (Prima del 2006 era meno del 10% dei casi di divorzio).
La parte residuale di affidi non condivisi è principalmente a carico della madre.
Se si esplora l'estensione dell'instabilità coniugale attraverso l'incidenza delle persone divorziate nella popolazione, si nota una concentrazione di questa condizione nelle fasce della mezza età. Tra 55 e 59 anni quasi una persona su dieci è divorziata, mentre nelle fasce contigue, dai 50 ai 64 anni, le quote rimangono superiori all'8%.