Crisi pronto soccorso e stop agli ambulatori codici bianchi: sindacati furiosi
Le organizzazioin non comprendono la vera motivazione dell'Apss per la sospensione del progetto, considerato che una decina di adesioni dai medici erano arrivate. Caustica ironia da Di Giannantonio (Fimmg) che allude alle risorse usate alla Trentino Music Arena: «I cittadini preferiscono un concerto dei trapper o trovare medici di famiglia per garantire risposte ai bisogni di salute?». Il vicepresidente Tonina cerca di rassicurare: «Un intoppo, ma il progetto che va avanti»
NUMERI Troppi accessi impropri al pronto soccorso
CASI Il 4,68% di chi va al pronto soccorso, esce prima della visita
DENUNCIA Paoli: Dai medici di base mancano i vaccini antinfluenzali
REPLICA L'Azienda sanitaria a Paoli: «Consegnate 70 mila dosi»
TRENTO. «Si tratta di un intoppo, di un rallentamento rispetto a un progetto che va avanti. Per far partire un servizio nuovo come quello dell'ambulatorio codici bianchi, alla luce del numero di risposte pervenute, preferiamo attendere». Così l'assessore Mario Tonina dopo l'annuncio dell'Apss di voler rinviare l'apertura dell'ambulatorio dei codici bianchi che avrebbe dovuto iniziare ieri nei pronto soccorso di Trento e Rovereto
«Cosa faremo nel frattempo? Cercheremo - prosegue - le risorse adeguate, e mi riferisco a quelle professionali, non a quelle economiche che ci sono già. D'altra parte la situazione è nota: ci sono troppi accessi in pronto soccorso con codici bianchi e verdi e dobbiamo trovare il modo di gestirli in maniera diversa. Dal 2026 ci saranno le Case di Comunità, ma io voglio affrontare e risolvere la situazione prima di quella data. E mi prendo questo impegno ufficialmente».
La decisione dell'Apss ha scatenato le ire dei sindacati che accusano Provincia e Apss di non aver concretato in nessun modo i progetti del vecchio contratto approvato in primavera.
«Vogliono parlare del contratto 2019-2021 quando non è stato fatto nulla di concreto di quanto previsto nel precedente», tuona Nicola Paoli dello Smi che minaccia di valutare le vie legali per difendere la dignità dei professionisti e accusa l'Apss di fare tante chiacchiere ma di non concretizzare nulla.
In questo momento di tensione, di muro contro muro, ieri pomeriggio era già in programma un incontro tra sindacati, Apss e Provincia. Non sono ovviamente mancate le frizioni.
I sindacati ancora non comprendono la vera motivazione che sta alla base dello stop al progetto degli ambulatori dei codici bianchi considerato che comunque una decina di adesioni erano arrivate. Hanno inoltre respinto al mittente la proposta fatta sulle 17 Aft che l'Apss intende istituire in Provincia e anche l'obbligo per i medici che escono dalla Scuola di medicina generale di dover lavorare nelle case di Comunità.
La vicenda si intreccia con l'altra polemica riguardante la mancata distribuzione delle nuove dosi di vaccino antinfluenzale ai medici di medicina generale, rimasti a secco proprio mentre l'Apss teneva la giornata a porte aperte per le vaccinazioni nei propri centri.
Usa parole dure sulla questione vaccini anche il segretario Fimmg Trentino Valerio Di Giannantonio. Sull'ambulatorio codici bianchi invece dice: «Apss lancia la palla in tribuna scaricando sui medici la responsabilità della mancata attivazione degli ambulatori. I cittadini preferiscono andare a vedere una partita e ascoltare un concerto dei trapper oppure trovare medici di famiglia che possano garantire prossimità e domiciliarità e avere garantita una risposta pubblica ai bisogni di salute senza ricorrere alle proprie tasche?», attacca, alludendo alle risorse impiegate in questi anni dalla giunta Fugatti per la Trentino Music Arena, trasfomatasi in un buco di bilancio.
Giuseppe Varagone, della Uil sanità, parla di ennesima debacle della sanità pubblica e riferendosi alla cooperativa chiamata a coprire i turni nei punti nascita di valle e delle difficoltà che incontra il personale in questi ospedali, chiede «all'assessorato di rendersi conto che l'attuale stato delle cose è insostenibile. È tempo di prendere decisioni coraggiose e di ristrutturare profondamente l'organizzazione».