Mobilità / Il libro

Ricetta per Trento (e non solo): «Meno auto, più autobus, biciclette e car-pooling»

Le proposte di Giuliano Stelzer, già dirigente del Comune: «Alleggerire le strade cittadine dal traffico automobilistico che qui viaggia con una media di 1,1 passeggeri a bordo. Bisogno proseguire nel miglioramento del trasporto collettivo, rendendolo più capillare e comodo su tutto il territorio. Le vetture dei non residenti vanno nei parcheggi esterni di attestamento, così si libera spazio in centro. L'offerta di piste ciclabili in rete fa aumentare il numero di cittadini che scelgono la bicicletta»

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TRENTO - «Nel 2023 gli incidenti automobilistici hanno causato tremila vittime in Italia, di cui ottocento pedoni e ciclisti, e 220mila feriti, pari alla popolazione di Trento e Bolzano messe insieme. Occorre superare la cultura "auto-centrica" per iniziare a muoversi in modo diverso».

Giuliano Stelzer, già dirigente per vent'anni del Comune di Trento, ha coordinato i Servizi mobilità e urbanistica favorendo i tentativi di transizione verso la mobilità "leggera" con l'obiettivo di alleggerire dal traffico automobilistico le strade cittadine. Ora in pensione, Stelzer ha presentato il suo libro, dal titolo "E se oggi lasciassimo l'auto a casa?" (ed. Erickson), un manifesto in cui descrive una città liberata dalla "schiavitù" dell'automobile.

«Se ciascuno di noi, durante la settimana lavorativa, lasciasse a casa l'auto e si spostasse in bicicletta, autobus o a piedi per un giorno in settimana, calerebbe del 20% il traffico su gomma, con innegabili vantaggi per la comunità e anche per il benessere individuale», ha suggerito Stelzer. Al centro della critica c'è quella che l'urbanista descrive come la cultura "auto-centrica": «La centralità dell'auto ha cambiato il modo in cui percepiamo il tempo e lo spazio. Le città sono costruite attorno all'automobile, ma ci sono alternative possibili. Per realizzarle, serve il cambiamento nelle abitudini personali, al fine di liberare le strade in favore di anziani e persone fragili».

Stelzer non demonizza l'uso dell'automobile, ma chiede diventi più consapevole: «A Trento vengono percorsi in auto tre milioni di chilometri ogni giorno, vengono consumati 240mila litri di carburante nei tragitti casa-lavoro, le auto viaggiano con una media di 1,1 passeggeri. In pratica, viaggiano vuote. Se si riuscisse a ottimizzare l'uso dei veicoli, condividendoli attraverso le pratiche di car-pooling, i volumi di traffico avrebbero enormi benefici».

A Stelzer non sfugge il fatto che per le sue caratteristiche orografiche (città collinare posta su significativi dislivelli) non si può pretendere un utilizzo totale della bicicletta: «Non c'è solo la bicicletta, bisogna rendere appetibili i mezzi pubblici, ma per farlo occorre migliorarne la capillarità, ovvero la capacità di arrivare in ogni luogo, e migliorarne le capacità di transito, ad esempio con le corsie riservate. In questo modo i mezzi pubblici non resterebbero bloccati nel traffico».

Stelzer promuove le iniziative dell'amministrazione comunale benché la spinta verso la mobilità leggera provochi malcontenti: «L'amministrazione ha fatto tanto. Sono scelte che possono risultare impopolari presso alcuni che fanno la voce grossa, ma molti apprezzano questi cambiamenti».

Tra i cambiamenti più indigesti verso la parte della popolazione abituata a usare l'auto in maniera massiccia, vi è chiaramente la stretta sui parcheggi: «Occorre rendersi conto - indica Stelzer - che la presenza di un parcheggio è l'elemento urbano che appesantisce maggiormente il traffico. I parcheggi sottraggono superfici enormi di spazio pubblico, se si pensa che per il 94% del tempo la macchina sta lì ferma. Bisogna puntare sui parcheggi pertinenziali per i residenti e sui parcheggi di attestamento», dove lasciare l'auto per poi proseguire con altri mezzi.

Stelzer ha raccontato un aneddoto personale: «Ho iniziato a usare la bicicletta quando è stata aperta la ciclabile che dal centro città va verso Trento nord, dove lavoravo. L'offerta di ciclabili genera la domanda. Ma all'offerta di infrastrutture va accompagnato un percorso culturale per costruire una città a misura dei cittadini, non più a misura delle automobili».

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