Welfare / La critica

“Bonus Natale, 100 euro pochi e per pochi. Non si risolvono così i problemi”

Questa la posizione di Cgil e Uil del Trentino sul Bonus Natale che il governo erogherà ai dipendenti con figli a carico e redditi inferiori a 28mila euro. Per aiutare famiglie e pensionati servono più risorse, per finanziare il welfare, per aumentare i salari incentivando la contrattazione di secondo livello e misure concrete per contrastare la precarietà lavorativa”

TRENTO. Non è l'obolo di 100 euro che cambierà la situazione delle famiglie italiane o delle 35mila trentine che lo riceveranno con la Tredicesima. Questa la posizione di Cgil e Uil del Trentino sul Bonus Natale che il governo erogherà ai dipendenti con figli a carico e redditi inferiori a 28mila euro.

«Con una crescita dei prezzi nell'ultimo triennio vicina al 20 per cento, e ben più alta per i beni alimentari ed energetici è chiaro che quanto serve ai lavoratori è ben altro. Servono misure strutturali, ma nella legge di stabilità del Governo Meloni c'è poco altro, oltre alla conferma del taglio del cuneo già attiva da due anni. Da gennaio non ci sarà un euro in più nelle buste paga» spiegano Cgil e Uil ricordando che è anche grazie alla pressione delle organizzazioni sindacali che il provvedimento è stato comunque ampliato includendo anche i genitori single, le coppie di fatto ed è stato previsto che il termine di reddito annuo non riguarda l'intero nucleo ma solo uno dei due componenti per le famiglie bigenitoriali.

Per i sindacati resta comunque un provvedimento parziale perché, per esempio esclude il lavoro non dipendente e perché si definisce una soglia, 28 mila euro, che esclude una fetta consistente del ceto medio.

«Dal nostro punto di vista - dicono Grosselli e Alotti – per aiutare famiglie e pensionati servono più risorse, per finanziare il welfare, per aumentare i salari incentivando la contrattazione di secondo livello e misure concrete per contrastare la precarietà lavorativa. Di tutto questo non c'è traccia né sulla finanziaria nazionale né in quella della giunta Fugatti». Anche per questo il 29 novembre Cgil e Uil hanno indetto una giornata di sciopero generale in tutta Italia.

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