Violenza sulle donne: dati stabili in Trentino, ma aumentano le richieste di aiuto
Provincia, questa mattina, 25 novembre, la conferenza stampa per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La dirigente Laura Castegnaro ha illustrato i dati più recenti: l'aggressore è spesso il partner, l'ex o un altro familiare. Aumentano i maschi che si rivolgono al percorso per uomini violenti. Fugatti e Gerosa: "il Trentino non ti lascia sola" è il messaggio che vogliamo dare alle donne
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TRENTO - Nel 2023 in Trentino c'è stato un leggero decremento (-6%) di denunce e provvedimenti di ammonimento rispetto all'anno precedente. Le sole denunce (477) però sono aumentate del 3%.
I numeri sono stati presentati nel corso della conferenza (foto) organizzata questa mattina dalla Provincia per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) dalla dirigente Umse prevenzione della violenza e della criminalità Laura Castegnaro.
"Il trend che possiamo vedere conferma una stabilità del fenomeno", ha spiegato Castegnaro. L'autore della violenza è spesso il partner, l'ex partner o un altro familiare, nella maggior parte dei casi più anziano delle donne che subiscono violenza, che spesso hanno meno di 34 anni.
Si parla in media di 1,5 casi al giorno di violenza (considerando il numero di denunce e di ammonimenti) che colpiscono le donne tra i 16 e i 64 anni.
Ma la realtà concreta è diversa, perché si stima che gli episodi di violenza denucniati rappresentino solo un decimo di quelli che avvengono nella vita quotidiana.
Le denunce vengono presentate soprattutto ai carabinieri (359 nel 2023), ma sono in aumento quelle presentate alla polizia di Stato (93 nel 2023). Le ragioni che spingono le donne a denunciare sono in primo luogo maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e lesioni.
Diminuiscono gli ammonimenti per violenza domestica, ma aumentano quelli per atti persecutori. Le segnalazioni arrivate alle Procure di Trento e di Rovereto per mancato assolvimento dell'obbligo di mantenimento sono state 360 nel 2023, con un incremento del 3,1% rispetto all'anno precedente. Le donne ospitate nei servizi residenziali (case rifugio e servizi sociali) sono state 91 con 87 figli, di cui 18 donne ospitate nelle case rifugio.
Si parla di numeri che sono leggermente diminuiti rispetto a quelli del 2022. Nel 2024, a novembre, si parla già di 28 donne ospitate nelle case rifugio con 36 figli al seguito.
I servizi non residenziali (centri antiviolenza e servizio gestito da Alfid) hanno visto invece un incremento importante rispetto al 2022: le donne che si sono rivolte a loro sono cresciute del 23,6% (sono state 445 nel 2023) e sono perlopiù donne nuove a questi servizi (376).
Diversamente dall'accesso ai servizi residenziali, dove l'ingresso spesso è mediato dai servizi sociali, l'accesso a quelli non residenziali è soprattutto diretto. Le donne hanno un'età maggiore, tra i 35 e i 40 anni, un titolo di studio più alto e sono perlopiù occupate e coniugate o separate, nel 70% dei casi con figli (nel 73% in quello delle donne che accedono ai servizi residenziali).
Sempre nel 2023 sono aumentati del 53% gli uomini che si sono rivolti al servizio Cuav (Centro per uomini autori di violenza).
Un dato positivo, ha spiegato Castegnaro, ma che "bisogna anche leggere in chiave normativa e processuale, perché il legislatore nazionale, con la normativa del codice rosso, ha previsto che in caso di frequenza positiva del percorso per l'uomo condannato ci sia la possibilità di ottenere la possibilità del beneficio della sospensione condizionale della pena".
Sono stati 46 in totale gli uomini che hanno frequentato il percorso nel 2023. Tra loro 25 erano condannati, 17 indagati e quattro non avevano uno status giudiziario specifico. Sono arrivati al servizio soprattutto tramite l'avvocato o tramite il tribunale. Il 63% di questi uomini sono italiani. Si tratta di persone tra i 35 e i 55 anni, con un diploma o con un titolo di studio inferiore e con un'occupazione e che spesso sono dei padri.
Hanno esercitato soprattutto violenza fisica e psicologica contro la compagna o l'ex compagna.
"Il Trentino non ti lascia sola è il messaggio che vogliamo dare in questa giornata, durante la quale interverranno tutte le istituzioni, che spiegheranno quanto si è fatto, quanto stiamo facendo e quanto si vuole fare", ha detto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, in occasione della conferenza stampa.
Il presidente ha ricordato il femminicidio di Ester Palmieri, avvenuto l'11 gennaio a Valfloriana, "che ha colpito pesantemente la nostra comunità trentina".
Fugatti ha segnalato inoltre un aumento del 20% delle donne che chiedono informazioni e che si rivolgono alla rete sul territorio.
"Certo è difficile leggere i dati e interrogarsi sul fatto che questo aumento stia a significare un aumento degli atti di violenza piuttosto che una nuova consapevolezza che le donne raggiungono sull'importanza di chiedere aiuto", ha commentato la vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa. "Ma, al di là di questo, noi non possiamo fermarci e non lo facciamo", ha aggiunto.