A Trento oltre 2.500 persone in piazza per lo sciopero generale
Questa mattina corteo e interventi per la mobilitazione indetta da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del governo, accusata di favorire impoverimento economico e precarietà sociale. La Cgil trentina: buona adesione nelle maggiori aziende metalmeccaniche, punte anche del 90% in produzione"
FOTOGALLERY In 2.500 al corteo di Cgil e Uil in centro a Trento: le immagini
LA LOTTA Sciopero generale contro la manovra economica Meloni
DETTAGLI Trasporti fermi dalle 9 alle 13, per molti settori 8 ore di stop
OPPOSIZIONE Pd: "Azioni per difendere la sanità pubblica"
LANDINI "Rivolta sociale per tutti coloro che sono sfiduciati"
TRENTO - Per lo sciopero generale, oltre 2.500 persone hanno manifestato questa mattina a Trento. In provincia, come in tutta Italia, i lavoratori dei settori pubblici e privati sono scesi in piazza per la mobilitazione indetta da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del governo, accusata di introdurre nuovi elementi di impoverimento economico e di precarietà sociale per la maggioranza dei cittadini.
Circa 2.500 persone hanno sfilato con le bandiere delle organizzazioni confederali e dei sindacati aderenti per le strade del centro storico e di Trento.
Al termine, è stato organizzato un presidio in via Novembre, sotto il commissariato del governo. Nel corso dell'iniziativa, i portavoce sindacali hanno condannato le politiche della destra e hanno chiesto maggiore attenzione nei confronti dei salari, della precarietà, in particolare tra i giovani e le lavoratrici, il carovita e l'inflazione.
Inoltre, si è parlato di mancati investimenti nel settore della sanità pubblica e di riforme in ambito fiscale.
"Buona l'adesione allo sciopero nelle maggiori aziende metalmeccaniche con punte anche del 90% in produzione", scrive la Cgil del Trentino.
“Questo sciopero è per dare voce a chi lavora, a chi con le proprie tasse tiene sostiene il Paese, a chi ha sempre meno voce perché schiacciato da un costo della vita in continua crescita.
Questa non è la manifestazione solo dei no, abbiamo anche avanzato proposte che non sono state ascoltate dal governo nel momento in cui palazzo Chigi ha deciso per noi cittadini 7 anni di austerità”, ha detto il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli.
Il numero uno della Uil provinciale, Walter Alotti ha ricordato che il Governo si è rifiutato di prendere le risorse necessarie alla manovra dove c'erano. “Non si toccano gli extraprofitti delle banche né delle grandi aziende. Si mettono le mani sempre nelle tasche di lavoratori e pensionati che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo e si applica una flat tax iniqua”, ha ossrvato.
A livello nazionale, la Cgil stima che circa mezzo milione di lavoratori siano scesi in piazza, l'adesione media allo sciopero indicata nella note diffusa poco dopo le 12 dalla Camera del lavoro centrale è del 70% e fra gli esempi menzionati sui territori c'è anche quello della Siemens di Trento con elevata adesione delle maestranze nello stabilimento di Spini.
La Cgil trentina indica il dato relativo alla percentuale di astensione in produzione: Siemens 95%, Dana Arco 80%, Dana Rovereto 60%, Sapes 90%, ZF 80%, Pama 90%.
Alta la partecipazione allo sciopero generale nell'industria pesante in Alto Adige.
Dai primi dati di adesione allo sciopero, all'Aluminium ha scioperato il 90%, alle Acciaierie 80% e all'Iveco il 60% dei lavoratori.
A Bolzano un corteo con circa 600 persone è partito da piazza Mazzini per raggiungere il commissariato di governo. Particolarmente sentita in provincia di Bolzano la questione del mancato adeguamento dei salari e delle pensioni al tasso dell'inflazione reale sul territorio, come ribadito in piazza dai segretari Cristina Masera (Cgil/Agb) e Mauro Baldessari (Uil/Sgk).
"Sono soprattutto le persone con redditi bassi, tra cui molti anziani, a essere colpiti. L'alto costo dei beni di consumo quotidiani e l'inflazione sopra quella media italiana hanno eroso salari e pensioni, ed espongono il ceto medi basso al rischio di povertà relativa e spesso all'impossibilità di sostenere una spesa imprevista", hanno precisato Masera e Baldessari.
"La manovra del governo condanna il Paese ad un futuro di austerità. Non trovano risposte l'emergenza salariale, la precarietà lavorativa, il progressivo assottigliamento del welfare.
Il governo strizza l'occhio agli evasori fiscali e condanna chi regolarmente paga le tasse ovvero lavoratori dipendenti e pensionati. Questa manovra finanziaria è decisamente penalizzante per le persone che rappresentiamo che invece chiedono giustizia economica e fiscale, attraverso l'adeguamento dei salari e delle pensioni, tra i più bassi d'Europa", hanno concluso i segretari di Cgil-Agb e Uil-Sgk.
"Se mettiamo assieme i numeri di tutti quelli che oggi hanno deciso di scendere in piazza possiamo tranquillamente dire che più di 500mila persone in tutta Italia hanno scelto di essere in piazza per difendere la libertà e i diritti di tutti", ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, parlando dal palco di Bologna. Cgil e Uil segnalano un'adesione "altissima allo sciopero già nei primi turni di lavoro: oltre il 70% delle lavoratrici e dei lavoratori ha incrociato le braccia in tutta Italia in occasione dello sciopero generale proclamato per la giornata di oggi da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del governo Meloni.
Una mobilitazione per aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, investire nelle politiche industriali.
Dai primi dati raccolti dalle Confederazioni, - si legge in una nota - si toccano punte del 100% con numerose aziende ferme, come la Heineken di Taranto, la Sammontana di Firenze, la Citterio di Parma, la Lagostina di Novara e la Dana di Reggio Emilia. Si sono astenuti dal lavoro tutti gli addetti somministrati della Beko di Varese.
Altissima la partecipazione in tutti i settori produttivi e in tutto il Paese: 85% alla Ferrarelle in Valle Camonica, alla Lavazza di Vercelli, alle Acciaierie Beltrame Vicenza, nei punti vendita Coop e IperCoop della Liguria e alla Carrefour di Carugate (Milano); 80% alla Leonardo di Pomigliano d'Arco; 98% tra i somministrati della Lamborghini di Bologna; 90% all'Ikea di Genova, alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Fincantieri di Castellammare di Stabia; 75% a Poltrona Frau di Macerata, alla Italcementi di Brescia e alla Fincantieri di Palermo; 95% alla Isab di Siracusa.
Elevata l'adesione anche nel settore della conoscenza, con tante scuole completamente chiuse nelle maggiori città italiane. Grandissima partecipazione alle 43 manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta la penisola.
Più di 50 mila al corteo di Bologna, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. E oltre 30 mila a Napoli, con il segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri.
Le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati del Lazio questa mattina hanno sfilato a Roma.
La manifestazione è partita alle 9.30 da piazza Esquilino per arrivare in Via dei Fori Imperiali dove sono in programma gli interventi dei segretari generali regionali e assieme alla segretaria Cgil Francesca Re David.
Con bandiere della Cgil e della Uil, e fischietti, a sfilare con i sindacati al corteo nella Capitale, oltre alcuni gruppi studenteschi, anche esponenti della politica.
Arrivata in mattinata, la segretaria del Pd Elly Schlein e l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema. Nella Capitale anche un corteo distaccato dei Cobas: scandendo cori contro il governo e il comune di Roma, centinaia, assieme ad alcuni collettivi, sono partiti da piazza Indipendenza, diretti a piazza Barberini.