I rottami del bombardiere americano trovati 80 anni dopo sotto la cima Palon del Bondone
L’aereo cadde sul versante est, nel febbraio 1945. La scoperta è stata fatta dagli “Archeologi dell’aria” dell’associazione Benàch grazie ai ricordi del 94enne Lino Nicolussi
TRENTO. A quasi 80 anni dal tragico schianto, sotto il Palon del Bondone è stato trovato il luogo in cui cadde il bombardiere americano B-25 Mitchell. I pezzi del bimotore sono stati scoperti dagli "Archeologi dell'aria" dell'associazione Benàch, grazie alla lucida e dettagliata memoria di Lino Nicolussi, 94 anni, del Vason. Il "bondonero" Lino, nato nel 1930 a Maso Boniatti sotto Sardagna, ha raccontato agli appassionati Giacomo Zanetti, Vasco Degasperi e Luca Paruca Santoni le vicende vissute quel giorno. Si trovava a Vaneze, quando sentì i colpi della contraerea e volgendo gli occhi al cielo notò un bimotore fumante che procedeva a bassa quota. Dalla sua posizione non vide l'impatto, ma il botto fu tremendo. Lino salì l'erto pendio innevato dirigendosi verso quella scia grigia che saliva verso il cielo per raggiungere la carcassa dell'aereo.
Fu il primo ad arrivare sul posto: vide un ammasso di lamiere, pezzi sparsi tutt'attorno e, lì per lì, non notò i corpi dei piloti morti. Poco dopo la sciovia entrò in funzione e quindi immaginò che i soldati tedeschi stessero sopraggiungendo. Quindi, munito di una roncola e di una forbice da potare, cercò di tagliare i fili elettrici che trattenevano il quadro strumenti, ma venne sorpreso dai militari e redarguito.
Verso sera i tedeschi portarono al Vason le salme di due aviatori e le deposero nella baracca dei serventi della contraerea con l'intento di trasferirle a Trento il giorno successivo. Ma nella notte qualcuno pensò di depredare quei corpi dei vestiti, non per sfregio, ma per utilizzare gli indumenti in quel momento di estrema ristrettezza. I tedeschi incolparono Pio Bortolotti, caposervizio della Graffer, e per punizione lo costrinsero a caricare i corpi sui ganci della sciovia per andare a tumularli accanto al crash site del loro aereo. Le salme, cosi sepolte, rimasero in quel luogo sino a guerra finita, quando una delegazione americana giunse sul Bondone e le recuperò per traslarle in un cimitero militare.
Grazie al racconto di Lino Nicolussi, i volontari di Benàch, supportati dall'esperto Michele Ianes di Trento e dall'Associazione degli Archeologi dell'Aria di Ferrara presieduta da Gianluca Mazzanti, hanno trovato il punto esatto dello schianto. In alcuni accurati sondaggi ad opera di Giacomo Zanetti, Luca Paruca Santoni e Daniele Boninsegna sono venuti alla luce molti frammenti di alluminio avio, pezzi di strumenti indicatori e, addirittura, l'elmetto di uno dei mitraglieri a bordo. I codici impressi sui reperti trovati non danno adito a dubbi: si tratta di un bimotore B-25 Mitchell.
La ricerca è ancora in corso di approfondimento ma tutto fa pensare che si tratti del bombardiere americano con matricola 44-28918, appartenente al 448th Squadron del 321st Bombardament group partito da Solenzara in Corsica l'8 febbraio 1945 per colpire il ponte di Calliano. Come riportato nel dossier Usaaf l'aereo fu danneggiato al motore destro da un colpo da 88 mm della contraerea tedesca quando ormai si trovava sul bersaglio. Ai comandi vi era il pilota Charles Birkhead, copilota era Henry Pruitt, puntatore James Ratcliffe, radio operatore Charles Randall e mitragliere Ralph Hawthorne, più un sesto membro dell'equipaggio.
Nessuno si salvò. A guerra finita si venne a sapere chi aveva sottratto i vestiti a quei due poveri corpi esanimi posti provvisoriamente dai tedeschi nella baracca Flak: era stato l'aiutante di uno dei pastori che frequentava la montagna. Questi, forse anche per scusarsi di quel gesto e cercare una sorta di pace interiore, donò uno dei giubbotti a Lino dicendogli che non essendo della sua taglia era per lui inutilizzabile. Lino fece uso di quel prezioso indumento nel dopoguerra per andare a sciare e affrontare i freddi inverni.Per l'Associazione Culturale Benàch guidata da Ben Appleby si tratta dell'ennesima ricerca sui crash aerei trentini avvenuti nel corso della Seconda guerra mondiale.
Il sodalizio di Nago-Torbole è ormai diventato un punto di riferimento sugli avvenimenti aerei che hanno interessato la provincia durante la Battaglia del Brennero.