Fauna / Europa

Primo via libera a una minore protezione del lupo

Lo ha deciso il comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa  accogliendo una richiesta della Ue: la nuova normativa entrerà in vigore solo fra tre mesi. Adesso i Paesi avranno più margini di manovra nella gestione delle popolazioni, anche con interventi di cattura o abbattimento. Protestano gli animalisti: "Una scelta che rischia di riportarci indietro di decenni"

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BOLZANO. Via libera del comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa alla proposta dell’Unione europea – appoggiata anche dalla Svizzera – per declassare lo status del lupo da specie particolarmente protetta a specie protetta.

Non è solo una questione semantica. Il passaggio dall’una all’altra consentirebbe un maggior margine di manovra nelle politiche di gestione dei branchi di lupi e nel loro abbattimento ove si ritenga necessario e fatta salva la volontà di non mettere a rischio l’esistenza stessa delle popolazioni di lupi.

L’Europa richiama “un’analisi approfondita dello status” del carnivoro sul suo territorio, e riferisce di una popolazione in crescita, soprattutto nei Balcani, nei Paesi nordici, in Italia e in Spagna. Secondo Bruxelles, questa espansione ha comportato difficoltà “dal punto di vista della coesistenza con le attività umane, in particolare a causa dei danni causati al bestiame, che hanno raggiunto livelli significativi”.

La decisione entrerà in vigore solo fra tre mesi se i 17 Paesi, che hanno ratificato la convenzione, non si oppongono. Qualora non questo accada, come richiesto da Bruxelles, il lupo non sarà dunque più una "specie di fauna rigorosamente protetta" ma una "specie di fauna protetta".

Nel primo caso, la convenzione di Berna vieta in particolare tutte le forme di cattura e detenzione deliberate e l'uccisione deliberata, il danneggiamento o la distruzione deliberati dei siti di riproduzione e di riposo, il disturbo deliberato in particolare durante il periodo della riproduzione, ma anche il possesso e il commercio dell'animale vivo o morto.

Invece quando una specie rientra tra quelle "protette" (con livello meno rigoroso) la convenzione di Berna indica che i Paesi, pur dovendo continuare ad assicurarne la sopravvivenza, possono agire per prevenire tra l'altro "danni importanti a coltivazioni e allevamenti".

Per richiedere il declassamento Bruxelles ha inviato un documento in cui evidenzia che "la popolazione dei lupi ha raggiunto livelli significativi in Europa", con stime che indicano che il loro numero è raddoppiato negli ultimi dieci anni, mentre i rapporti più recenti evidenziano che continuano ad aumentare.

Questo secondo la Ue dimostrerebbe che nonostante le specie di lupo subiscano ancora delle minacce, l'aumento della popolazione indica che è un animale che si sa adattare e dotato di resilienza. Contemporaneamente, Bruxelles sottolinea che l'espansione del lupo sta creando crescenti problemi per le attività economiche, in particolare per gli allevamenti, in un numero crescente di paesi Ue.

Protestano le associazioni animaliste: “Questa è una sconfitta per la natura e per la scienza. Una scelta che rischia di riportarci indietro di decenni” – ha dichiarato Daniele Ecotti, presidente di Io non ho paura del lupo, Associazione italiana da anni impegnata nella conservazione del lupo e nella sua coesistenza con le attività umane. – “Abbiamo il dovere morale e scientifico di proteggere questa specie, non solo per il suo valore intrinseco, ma per l’equilibrio degli ecosistemi e per il futuro delle generazioni che verranno”.

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