Sport / Il caso

"Riaprite il centro Trilacum", l'appello di 1700 trentini all'Asuc di Vigolo Baselga per l’impianto ormai in rovina

Conferenza stampa del Gruppo sportivo che chiede una soluzione al lungo contenzioso fra Usi Civici, società sportive e Comune di Trento: «situazione incancrenita»

VIGOLO BASELGA. «Presidente Franceschini, ascolti le richieste dei residenti. Sindaco Ianeselli, cerchi un dialogo costruttivo per restituire il Centro Sportivo Trilacum alla comunità». Con queste parole, Andrea Osele, portavoce delle richieste del Gruppo Sportivo Trilacum, si è rivolto al presidente dell’ASuc di Vigolo Baselga, parlando alle trenta persone che si sono raccolte presso il centro sportivo di Terlago. A comporre il drappello erano atleti, alcuni giovanissimi, nonché genitori, residenti e cittadini interessati. Che hanno raccolto 1.700 firme per l’appello alla riapertura.

L'impianto è abbandonato da tre anni a causa delle diatribe tra la Asuc di Vigolo Baselga e l'amministrazione comunale. La controversia riguarda il diritto di uso civico del terreno su cui sorge l'impianto e nonostante i tentativi di mediazione, la situazione è rimasta in stallo. L’Asuc ha vinto i ricorsi, ed è ormai assodato che l’intero complesso sportivo è stato edificato senza il permesso del proprietario dei terreni, cioè l’Asuc. Ma da lì in poi, buio fitto.

Da un lato infatti c'è la Asuc presieduta da Flavio Franceschini, che rivendica la proprietà e pretende il diritto di gestione dell'impianto. Dall'altro lato c'è il Comune di Trento che aveva avanzato la proposta di uno scambio, conferendo ad Asuc alcuni terreni sul Bondone, in accordo con la missione agro-forestale dell'ente. Ma l'accordo non si è mai trovato, così gli sportivi del Trilacum sono rimasti orfani dell'impianto, edificato negli anni'80 con soldi pubblici, ed ora del tutto invaso dalle erbacce.

In risposta, gli atleti, i genitori e i residenti interessati hanno raccolto 1.700 firme per la riapertura del centro, a testimoniare quanto è diffusa l'esigenza del suo recupero. «La mancanza di centri di aggregazione costringe la comunità a spostarsi verso altre strutture - ha sottolineato Osele -, creando problemi di trasporto e disconnessione tra i residenti. È fondamentale unire le forze per ripristinare gli spazi». Accorato l'appello di Irene Baldessari, mezzofondista azzurra, campionessa italiana nella staffetta 4x400, che si è presentata indossando la tuta sportiva del GS Trilacum, con il quale gareggia dal 2003: «Dobbiamo allenare i nostri allievi lungo le strade, è inaccettabile per il decoro e la sicurezza. Questo centro sportivo per tanti anni è stato il nostro punto di riferimento, il luogo dove siamo cresciuti come sportivi, un luogo di socialità, vederlo ridotto in queste condizioni, ricoperto da erbacce, fa male».

Oltre agli atleti, ai genitori e ai residenti interessati, al ritrovo di ieri erano presenti diversi consiglieri comunali di Trento, quasi tutti delle minoranze di centro-destra, ma con la presenza anche del consigliere Stefano Bosetti dalle file della maggioranza.

Ha preso la parola il sindaco di Vallelaghi Lorenzo Miori: «Il centro sportivo si trova proprio ai confini del nostro comune, lo gestivano tanti volontari provenienti da Terlago, da Vezzano. La nostra comunità è molto legata a questo impianto. Serve compattezza in particolare all'interno del Consiglio comunale di Trento per trovare un punto d'incontro, quello che da tre anni buoni non si riesce a trovare».

Il presidente della Circoscrizione Bondone Alex Benetti assicura l'attenzione delle amministrazioni cittadine: «Gli accordi si fanno con il coinvolgimento delle due parti, i toni accesi non aiutano. Sono state tentate tante vie per arrivare a uno scambio equo. Oggi si sta ragionando ad un accordo con Asis, che gestisce le strutture sportive del Comune di Trento, al quale l'assessore Panetta sta lavorando. È strumentale dire che non ci stiamo lavorando, le mozioni sono state condivise all'unanimità. La situazione è incancrenita, ma va cambiata, vedere il centro sportivo coperto dalle erbacce è un colpo al cuore».


 

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