Marketing / Storia

Il formaggio Cecco Beppe e una pubblicità ancora divisiva: in Facebook polemiche e discussioni

Tra filo-austriaci e «taliani», scambio di accuse, tirando in ballo anche il povero Cesare Battisti. Ma lo scopo di Latte Trento è raggiunto: se ne parla

di Gigi Zoppello

TRENTO. Se l’obiettivo era far discutere e così veicolare il “brand”, allora è stato un colpaccio. Ma la nuova campagna pubblicitaria sui “social” di Latte Trento per il formaggio “Cecco Beppe” genera comunque un polverone, perché la figura dell’antico Kaiser Joseph Franz è – per dirla con un termine attuale, “divisiva”.

Lo slogan scelto era ammiccante: «Cecco Beppe, un ospite illustre alla tua tavola». Ma ha generato diverse reazioni: osannanti dai nostalgici dell’Austria felix, e scurrili da chi lo chiama ancora «l’impiccatore» (sottinteso: di Cesare Battisti).

E’ così che si presenta lo spaccato del pubblico per un formaggio dal nome ingombrante. E meno male che Latte Trento, quando lo presentò alla stampa, mise subito le mani avanti: «Ci piaceva l'idea di un bel formaggio stagionato che ricordasse gusti antichi e, senza entrare in questioni politiche, cosa c'è di più vecchio e apprezzato del Kaiser in Trentino».

Stagionato 12 mesi, il nuovo formaggio è già  in commercio. E le «questioni politiche» (che in realtà sono questioni storiche, la politica c’entra poco) sono però divampate online soprattutto su Facebook, luogo di elezione delle polemiche più virulente e sguaiate.

Sotto al post pubblicitario, fuoco alle polveri con Ettore Borghese: «Quello che ha "suicidato" un Impero e che a fine guerra faceva mangiare al suo popolo pane fatto con il 50% di segatura… un vero condottiero senza paura… In Austria e in Ungheria nessuno lo rimpiange, solo in Italia lo apprezzano...» dice l’utente.

Gli replica Luca Turrin: «i contadini veneti adoravano Francesco Giuseppe perché lo vedevano come loro difensore contro i soprusi dei "siòri", non a caso dopo l'annessione all'Italia e l'estensione del sistema fiscale italiano a Veneto e Friuli si inneggiava all'Austria Ungheria».

Alessandro Valentini – terra terra – si butta sul razzismo: «Il formaggio che ti ricorda i bei tempi. Il Trentino libero dai te**ni e dai extrac**ri..» ma è Andrea Bianchi a lanciare l’antica invettiva: «L'impiccatore!».

Apriti cielo: «Andrea Bianchi perché negli altri Paesi c'erano re/imperatori migliori..?» dice Cristina Baldessari. Mentre «Lukas El Tiroles», un nickname una certezza, replica: «per i traditori giusta punizione!». Con il veneto Gian Luca Botteon a chiosare: «Andrea Bianchi invece vantiamoci dei Savoia e di quello che ha fatto anche cose buone».

Ma c’è di più. Infine Ezio Paris che analizza: «prodotto Double face....per nostalgici e per taliani. Ma poi divampa ancora la polemica, con Andrea Miconi: «Vorrei conoscere il filoaustriacante che ha avuto questa geniale idea. Bella ca**ata bravi!»

Fra pro e contro è uno scontro. Ast von Kubler scrive: «I trentini offendono le loro radici, sono messi male …» e gli risponde Matteo Conci: «Peccato che non sia ancora arrivato nei supermercati...dove si può trovare?»

La pubblicità è gratis, sia che sei parli bene, sia che si parli male. Missione compiuta.

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