Rifiuti / Lo scontro

Questione inceneritore: scontro politico e tutto torna in alto mare

Dubbi di Fratelli d'Italia sulla sostenibilità dell'impianto per chiudere il ciclo in Trentino, non sembra più scontato l'iter previsto da piazza Dante né che il luogo scelto sarà Ischia Podetti. Toccherà al consorzio Egato (Provincia, Comuni e Comunità di valle), una volta costituito, analizzare i costi e presentare un progetto

RIVOLUZIONE Nascerà il nuovo consorzio trentino sui rifiuti
DIBATTITO Ciclo dei rifiuti, Ianeselli rilancia il gassificatore

SINISTRA Avs plaude a Ianeselli sull'ipotesi gassificatore
ECOLOGISTI «Inceneritore costoso, inutile e dannoso per la salute»
GEAT «Sull’impianto Ianeselli è incompetente e fa demagogia»

 

di Luisa Maria Patruno

TRENTO - I dubbi di Fratelli d'Italia sulla sostenibilità economica e ambientale del previsto impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti in Trentino - termovalorizzatore o gassificatore - sembrano destinati a rimettere in discussione la scelta dell'inceneritore e la sua localizzazione. O quanto meno a determinare un approfondimento sugli effettivi costi e benefici della realizzazione dell'impianto rispetto all'esportazione dei rifiuti residui fuori provincia a Bolzano o in altri termovalorizzatori già in funzione.

E questo benché il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, abbia sottolineato l'esigenza di rispettare i tempi e scongiurare nuovi rinvii rispetto all'esigenza di un inceneritore di cui si parla da 14 anni. Sarà il nuovo consorzio Egato, che vede rappresentati nel suo Cda Provincia, Comuni e Comunità di valle, una volta costituito a dover analizzare i costi e presentare un progetto con la localizzazione del nuovo impianto.

E potrebbe non essere scontato che la collocazione, che viene data per scontata, sia Ischia Podetti, dove già si trova la discarica di Trento.L'assessora provinciale all'ambiente, Giulia Zanotelli, prima di Natale ha ricordato che l'area di Ischia Podetti è indicata nel quinto aggiornamento del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti, ma ha anche aggiunto che la localizzazione sarà individuata anche in base al tipo di tecnologia che sarà scelta.

Su questo non c'è nulla di definito anche il termovalorizzatore è la tecnologia più collaudata, benché nelle scorse settimane proprio il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, si sia espresso a favore di un approfondimento sull'ipotesi di gassificatore, oltre ad aver evidenziato, come hanno fatto ora il consigliere provinciale di Fratelli d'Italia, Christian Girardi, e la vicepresidente meloniana della Provincia, Francesca Gerosa, che si deve verificare attentamente la sostenibilità economica di un impianto piccolo da 60-80 mila tonnellate l'anno di rifiuti. Stessi dubbi già espressi nei mesi scorsi dall'amministratore delegato di Dolomiti Energia, Stefano Granella.

Nell'Addendum del 2023 al Piano per la gestione dei rifiuti, dove si definisce necessario l'impianto, si mettono a confronto i costi delle varie tecnologie ma si evidenzia che «l'impatto economico è legato a quello energetico». E dunque: «Il recupero energetico dell'impianto termico è la chiave che rende differente il termovalorizzatore dall'inceneritore, rende possibile la produzione di combustibili che indirettamente producono energia. La scelta dell'impianto dovrà far sì che ci sia una ricaduta diretta sugli abitanti del territorio provinciale, oltre che l'attesa riduzione del costo di gestione».

Ma ecco che proprio a fronte della eventuale realizzazione di un termovalorizzatore invece di un gassificatore potrebbe riaprirsi la questione sul perché non realizzare l'impianto a Rovereto invece che a Trento visto che nella città del basso Trentino c'è già una rete di teleriscaldamento per distribuire l'energia prodotta dai rifiuti, mentre nel capoluogo no, oltre al fatto che comunque Ischia Podetti non andrebbe bene e CI si dovrebbe spostare in sinistra Adige.

Insomma, la questione è tutt'altro che definita. Il Comune di Trento, che sarà membro di diritto dell'Egato, non ha mai fatto né vuole fare barricate ma non è disposto ad accettare logiche alla nimby (non nel mio giardino) da parte di altri, quelle logiche che hanno fatto dire a Rovereto no al termovalorizzatore sul suo territorio, così come ai comuni della Rotaliana. Se si deve discutere di tutto - tecnologie e localizzazione - allora lo si dovrebbe fare tenendo conto effettivamente di tutte le ipotesi, senza scartarne qualcuna perché già alcuni comuni si sono chiamati fuori.

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