Cammini / Avventura

Rosario Fichera, a piedi dalla Paganella all'Etna per festeggiare la pensione: «Ho visto un’Italia di gente meravigliosa»

A 66 anni è partito da Andalo e ha fatto 1400 chilometri in tre mesi, accompagnato anche da persone con disabilità: «Mi sono detto: o adesso o mai più. Ed è andato tutto molto bene»

di Gigi Zoppello

ANDALO. E’ partito il 29 agosto scorso da Pian dei Sernacli, sotto al Piz Galin nel gruppo del Brenta, e dopo un trionfale avvio in piazza ad Andalo e a Fai, si è incamminato verso… l’Etna. E’ la bella impresa di Rosario Fichera, giornalista, conosciutissimo per la sua attività, fra l’altro, al Filmfestival della Montagna. 

Fichera, 66 anni, ci ha impiegato circa tre mesi, ha percorso 1400 chilometri di passi lenti e 400 chilometri su due ruote in un intermezzo in bicicletta.

Fichera, l’idea le è venuta per festeggiare la pensione?

In realtà, io sono in pensione dal 2023. Ma avevo già in mente questa avventura, e debbo dire che avere più tempo libero mi ha aiutato, anche se continuo le mie collaborazioni giornalistiche sia con il Trento Film Festival che con il Mountain Future. Ma soprattutto debbo dire che ho potuto farlo grazie all’appoggio della mia famiglia, che mi ha capito: stare via tre mesi, non è una cosa da tutti.

Che cosa l’ha colpita di più, nel suo viaggio lento?

Questo viaggio lo abbiamo pensato all’insegna dell’inclusività, insieme a Dolomiti Open, con cui collaboro qui in Trentino per portare persone con disabilità in montagna. Quindi lungo tutto il cammino ho potuto viaggiare con tante persone con disabilità, le più diverse. Ho camminato con disabili motori, persone non vedenti, o con disturbi dello spettro autistico: debbo dire che è stata la cosa più bella dell’esperienza, la cosa più indimenticabile, una esperienza fortissima. L’Italia, ho scoperto, è un paese fatto di gente meravigliosa.

Come mai ha fatto un tratto in bicicletta?

Proprio per questo: ero accompagnato da persone con disabilità motorie, fra cui Eleonora Delnevo, alpinista e atleta che viaggia in handbike. Con lei abbiamo percorso sulle ruote la Costiera Amalfitana e poi giù fino in Calabria. Ma ovunque mi hanno accompagnato tanti amici, in una tappa anche Mauro Leveghi, presidente del Filmfestival. Purtroppo era un giorno di maltempo.

 

Fichera con Delnievo

Ha avuto problemi con il meteo?

Il primo tratto, in Veneto, è stato caratterizzato da un grande caldo; poi ho avuto anche tappe segnate dal maltempo, ma tutto sommato il tempo era favoloso, specialmente fra Toscana e Lazio. Poi in Calabria ci sono stati giorni davvero freddissimi, che mi hanno sorpreso.

Dove dormiva?

Ho dormito in bed and breakfast, alberghetti, canoniche e conventi. Comunque avevo con me anche un bivacco di emergenza: non una tenda, ma un telo. Non ne ho avuto bisogno. Ovunque arrivassi trovavo gente ospitale, mi tiravano in casa per un caffè, anche a cena… Sull’Appennino, a Modigliana, il gestore di un agritur mi ha spiegato come mai: “Quando si vede uno camminare con lo zaino, tutti noi vediamo il sogno che vorremmo, realizzato da qualcuno che ce l’ha fatta”.

Alla periferia di Roma, sulle antiche vie

Problemi? Vesciche? Malanni?

No, grazie al cielo non ho avuto alcun problema di salute. Forse il problema più grave è stato l’incontro con un branco di cani randagi, lì me la sono vista brutta. Mentre di giorno, nelle selve appenniniche, dovevo stare ben attento a segnalare il mio arrivo alle mandrie di cinghiali, che lì sono moltissimi, e molto pericolosi.

Però l’incontro più bello è stato a tu per tu con un lupo, in una svolta di sentiero: era un esemplare da solo, a venti metri da me: ci siamo guardati, e poi è andato via. Bellissimo.

Lei è stato ricevuto dal Papa, a Roma…

Devo dire che grazie alla Regione Lazio, che ha sposato questo mio progetto, sono stato accompagnato fin dentro Roma lungo corridoi verdi dalle guardie dei parchi regionali, favoloso. Una esperienza davvero bella, per poi proseguire sulla Francigena del Sud.

E dove è arrivato?

Io sono nato a Catania, il mio paese d’origine è Giarre, dove ho vissuto fino ai 16 anni prima di venire con mio padre in Trentino. Là conoscevo la montagna grazie all’Etna. Quando sono arrivato qui, in Paganella, mio padre mi portò nella prima scalata proprio in Paganella, e da lì sono poi rimasto a vivere e lavorare in montagna in Trentino. Ho terminato il mio cammino proprio alle falde dell’Etna, accolto da tanti amici in festa.

E adesso che è rientrato, che progetti ha?

Questa avventura, mi sono detto, a 66 anni andava fatta: “O adesso o mai più”. Ma una volta completata, ovviamente, sono già intento a pensare alla prossima. Vedremo.

IL VIDEO

Rosario Fichera, a piedi dalla Paganella all'Etna per festeggiare la pensione: «Ho visto un’Italia di gente meravigliosa»

E’ partito il 29 agosto scorso da Pian dei Sernacli, sotto al Piz Galin nel gruppo del Brenta, e dopo un trionfale avvio in piazza ad Andalo e a Fai, si è incamminato verso… l’Etna. E’ la bella impresa di Rosario Fichera, giornalista, conosciutissimo per la sua attività, fra l’altro, al Filmfestival della Montagna. Fichera, 66 anni, ci ha impiegato circa tre mesi, ha percorso 1400 chilometri di passi lenti e 400 chilometri su due ruote in un intermezzo in bicicletta.

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