Terzo mandato, il Partito democratico: “Non si fanno norme per interessi di bottega”
I dem: “Un sistema elettorale non lo si modifica in funzione delle convenienze di bottega né, a maggior ragione, per usi personalistici di mantenimento della propria leadership. Questa volontà è emersa chiaramente nell’ultima seduta dei capigruppo, unitamente all’evidente spaccatura interna alla maggioranza, grazie alle minoranze”
TRENTO. “È una tattica fin troppo banale quella di attaccare le minoranze per cercare di distrarre l’attenzione dalle proprie difficoltà o imbarazzi tutti interni alla maggioranza. Attacchi per non parlare di contenuti e fantasie da bar come quella per cui il Partito democratico sarebbe spaventato da una candidatura del presidente Fugatti”. Lo si legge in un comunicato firmato da Alessio Manica, capogruppo del Partito democratico trentino.
“Il tema di fondo è un altro. Un sistema elettorale non lo si modifica in funzione delle convenienze di bottega né, a maggior ragione, per usi personalistici di mantenimento della propria leadership. Questa volontà è emersa chiaramente nell’ultima seduta dei capigruppo, unitamente all’evidente spaccatura interna alla maggioranza, grazie alle minoranze”.
E aggiunge: “Un puro strumento di convenienza elettorale che hanno tentato malamente di mascherare come qualcosa che risponde alle reali esigenze del Trentino, che sono ben altre.
E così una parte della maggioranza in assenza di un’idea condivisa ha tentato di fare il blitz per tenersi aperta una porta secondaria con la quale provare, con chissà quale accordo e con chissà quali voti, un colpo di mano: un emendamento all’ultimo minuto, strumento già noto e sperimentato negli ultimi anni. Se vogliamo ragionare seriamente sul sistema elettorale siamo sempre pronti a confrontarci ma a partire dai temi della rappresentatività, della disaffezione e del riequilibrio dei poteri tra consiglio e giunta”.