Indennità dei politici, la Cgil: “Aumenti e vitalizi sono l'ennesimo schiaffo a lavoratori e pensionati”
Il segretario Andrea Grosselli: "I politici di destra e di sinistra, populisti, autonomisti e democratici, sovranisti e liberali sono tutti uniti quando si tratta di difendere i propri privilegi"
TRENTO. Aumenti delle indennità ai politici trentini: è scontro frontale tra la Cgil e le istituzioni provinciali. Il segretario generale del sindacato, Andrea Grosselli, ha lanciato un duro attacco contro gli incrementi accordati ai consiglieri regionali, che superano i 1.000 euro mensili includendo gli arretrati.
"Un ennesimo schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori trentini", tuona Grosselli, sottolineando il netto contrasto con gli aumenti concessi al personale pubblico. Mentre i politici si assicurano rinnovi contrattuali a tre cifre, infermieri, insegnanti e personale amministrativo devono accontentarsi di incrementi nell'ordine dei 170 euro mensili, "meno della metà dell'inflazione registrata".
Il divario tra classe politica e cittadini si allarga ulteriormente considerando la scelta dei consiglieri provinciali sul fronte previdenziale. Come evidenzia il sindacalista, la quasi totalità ha optato per il vitalizio invece della previdenza integrativa regionale, distinguendosi nettamente dai lavoratori comuni.
"I politici di destra e di sinistra, populisti, autonomisti e democratici, sovranisti e liberali sono tutti uniti quando si tratta di difendere i propri privilegi", accusa Grosselli, che collega questo atteggiamento al crescente astensionismo elettorale. Un comportamento che, secondo il segretario Cgil, sta minando la credibilità delle istituzioni autonome.
Particolarmente critico il riferimento allo slogan "Prima i trentini", che secondo Grosselli si rivela "l'ennesima menzogna di chi vuole solo esercitare il potere". Il sindacalista denuncia come i politici si garantiscano "prebende che chi vive del proprio lavoro e con la propria pensione non può nemmeno sognare", evidenziando un sistema di privilegi che aumenta il distacco tra rappresentanti e rappresentati.