Meteo / La tradizione

Tornano le “meteocipolle”: ecco le previsioni per l’anno in corso mese per mese

Una antica tradizione che ogni anno, notte prima del giorno della conversione di San Paolo, tra il 24 e il 25 gennaio, rivela gli arcani del tempo che sarà

di Claudio Libera

TRENTO. Il tempo, lo si sa anche grazie ad un antica filastrocca: “El temp, el c… e i siori i fa quel che i vòl lori!”, rimane un quasi mistero per quasi tutti, appunto, tranne che per i matematici metereologi che spesso sbagliano pure loro, per le articolazioni degli anziani che “cigolano” quando arriva l’umidità e per le cipolle, appunto!

Una antica tradizione che ogni anno, notte prima del giorno della conversione di San Paolo, tra il 24 e il 25 gennaio, rivela gli arcani del tempo che sarà per i prossimi 11 mesi e per i pochi giorni restanti del “genaron fret e lonch”.

Che meteo ci aspetta quindi per il 2025?

La magia avviene a Cunevo, in Valle di Non, dove Livio Iob e Ruggero Pinter interpretano da tanti anni le previsioni delle cipolle.

La “tecnologia” è sempre la stessa: si prende una cipolla, la si taglia a metà e si separano i vari strati come fossero delle piccole scodelle, le si mettono in fila su un'asse di legno, su cui sono indicati i mesi dell'anno. Dentro ognuna delle 12 parti viene messo un pizzico di sale grosso e la mattina successiva si scopre il responso.

Il rito si fa risalire al 1450 ed è ancora oggi una delle tradizioni più seguite e studiate dal mondo contadino.

Per quanto riguarda l’anno iniziato da quasi un mese secondo il responso delle cipolle, dovremo attenderci febbraio bagnato, marzo asciutto, aprile bagnato, maggio e giugno bagnato, luglio variabile con un po’ di sereno e un po’ di acqua, agosto asciutto, a settembre e ottobre sole, novembre bagnato, dicembre variabile e gennaio asciutto.

Il rito tradizionale delle cipolle trasformate in aruspici non è comunque una esclusiva del Trentino: infatti si hanno notizie di verifiche effettuate praticamente nello stesso modo a Jesi, Gavardo, Urbino, pur se in date differenti della notte della conversione di San Paolo come accade in valle di Non.

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