Benko resta in carcere, almeno fino all'udienza, cioè a fine febbraio
Lo ha deciso oggi il Tribunale di Vienna, dopo il fermo a Innsbruck la settimana scorsa. E’ ricercato anche dalla Procura di Trento. E anche la mamma è nei guai
VIENNA. L'ex tycoon René Benko resta in custodia cautelare a Vienna almeno fino a fine febbraio. Lo ha stabilito il Tribunale della capitale austriaca convalidando il provvedimento. In un primo momento, subito dopo il suo fermo la settimana scorsa ad Innsbruck, i giudici avevano convalidato il fermo fino al 7 febbraio per il rischio di inquinamento di prove e per il pericolo di reiterazione del reato; ora, prima del previsto, è arrivata la proroga.
Il 47enne è indagato dalla Procura anticorruzione di Vienna per il mega crack del suo gruppo Signa. Anche la Procura di Trento aveva chiesto il suo arresto per operazione immobiliari nel nordest, nell’ambito dell’inchiesta «Romeo».
Anche la mamma di Benko è a processo. É iniziato infatti ieri ad Innsbruck il processo contro la madre dell'ex tycoon tirolese René Benko per le fondazioni a lei intestate, delle quali - così l'accusa - disponeva invece direttamente il figlio. Si tratta della Laura Stiftung con sede a Innsbruck e la Ingbe Stiftung con sede a Vaduz, nel Liechtenstein, che la stampa austrica definiscono la "cassaforte" di Benko.
La causa civile è stata intentata dal curatore fallimentare Andreas Grabenweger dopo il mega crack della Signa. Il 37enne, che dalla scorsa settimana si trova in custodia cautelare a Vienna, secondo Forbes, nell'estate 2023 (prima del crack) vantava un patrimonio di 5,5 miliardi di euro.
Secondo l'accusa, Benko avrebbe parcheggiato un grande patrimonio in questa due fondazioni, delle quali la madre 73enne fungerebbe solo da prestanome. Il processo potrebbe durare anni, scrive l'Apa.
In apertura del processo il legale di Ingeborg Benko, Hermann Pfurtscheller, ha contestato l'imputazione. La causa civile - ha sostenuto - è stata intenta contro "la persona sbagliata", casomai - ha proseguito - dovevano essere imputati anche le fondazione e il figlio René Benko, creando in questo modo un cosiddetto litisconsorzio. Secondo il gestore fallimentare la madre non poteva agire senza il placet del figlio. Il giudice si è riservato a decidere "in tempi stretti", riporta l'Apa.
Per questo motivo, per il momento, non è stata neanche fissata la tabella di marcia per il processo, ma sono stati solo elencati i possibili testi da chiamare, tra essi praticamente l'intera famiglia Benko (l'ex tycoon, la moglie e la sorella).
Dopo l'udienza il legale di Ingeborg Benko si è detto fiducioso che la sua istanza di nullità dell'imputazione sarà accolta. Si prospetta comunque un lungo rinvio della causa civile perché l'80% dei testi della causa civile - così il giudice - potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere, in quanto coinvolti nell'inchiesta penale della Procura anti-corruzione di Vienna, per la quale René Benko dalla scorsa settimana è in custodia cautelare. Intanto il figlio Benko rimane in carcere.