I segreti dei taxi nel racconto di Rolando Rolly Beatrici, il «decano» degli autisti di Trento
Ha avuto otto macchine, ha fatto milioni di chilometri, è «figlio d’arte» e il papà aveva le licenze numero 1 e 2. Il momento più brutto? «L’omicidio del nostro collega Sommadossi, ucciso da quattro balordi»
TRENTO. Se c'è una categoria professionale che al lavoro ne vede di tutti i "colori", è quella dei tassisti. E chi meglio del più anziano dei 40 tassisti che lavorano h24 sul territorio del capoluogo provinciale ci può fornire delle curiosità, alcune belle, altre meno, del proprio lavoro?
Eccoci quindi davanti all'ingresso principale dell'ospedale Santa Chiara in Largo Medaglie d'Oro, una delle due postazioni di servizio più importanti della città, mentre l'altra, altrettanto gettonata, è presso la stazione ferroviaria in piazza Dante. Per una piacevole intervista con il decano della categoria: Rolando Beatrici detto "Rolly" residente a Fraveggio di Vallelaghi, classe 1962 e che il 10 luglio taglierà il traguardo di 41 anni di attività, dopo aver percorso milioni di km e cambiato ben 9 taxi.
Da quando, a 22 anni appena compiuti, è subentrato alla licenza di esercizio conseguita dal padre Mario, per 19 anni anch'egli alla guida di un taxi, quando ancora a Trento circolavano le carrozze a cavallo, con numero di licenza 1 e 2. In assoluto i primi taxi a disposizione in città e molto probabilmente anche a livello provinciale.
Attività che anche il figlio Marco Beatrici ha intrapreso dall'agosto 2023 proseguendo così questa professione in terza generazione. In 41 anni "Rolly" ha visto mutare i comportamenti, spesso in peggio, di certi "clienti" nei riguardi di questi lavoratori impegnati ogni giorno dell'anno, festività sacre incluse, da soli al volante e che spesso hanno a che fare con persone pericolose.
Spontaneo chiedere, a questo punto, quale sia stata l'esperienza più spiacevole in tutti questi anni.
«Senza alcun dubbio quando il 3 marzo 1990 venne assassinato, all'età di 47 anni con 3 figli a carico, il nostro collega Tullio Sommadossi che abitava nella frazione Ranzo di Vezzano oggi comune di Vallelaghi. Un mio carissimo compaesano, ucciso da un gruppo di 4 delinquenti che volevano l'incasso della giornata dopo essere stati accompagnati in Val di Sella, una laterale della Valsugana. Fu un momento drammatico della categoria che ancor oggi ricordiamo con dolore».
E quali, al contrario, i ricordi piacevoli o curiosi?
«Il trasporto al pronto soccorso S. Chiara di un cliente colpito da un improvviso arresto cardiaco mentre lo stavo accompagnando per una visita medica e che ha tramutato il mio taxi, matricola 18, in una autoambulanza. Oppure, quando una signora, molto agitata, mi ha caricato sul veicolo una grossa iguana con la coda parzialmente tagliata, che perdendo tanto sangue ha malridotto la tappezzeria dei sedili posteriori».
E ci può raccontare un viaggio un po' insolito?
«Quando un gruppo di residenti della Valle dei Mocheni scesi in città per far festa, non reggendosi più sulle proprie gambe per il troppo alcol mi hanno chiesto di riportarli a casa, obbligandomi, di fatto, ad alcune soste intermedie in alcuni bar lungo il tragitto per degli ulteriori assaggi di vino e grappa».
E di notte quali sono i viaggi più richiesti?
«Accompagnare famigliari in ospedale dopo che hanno ricevuto la notizia di un incidente stradale ad un proprio congiunto, spesso dei figli, ed assistere poi a delle scene strazianti se questi incidenti si concludono in maniera tragica. Oppure le molte richieste di uomini, di ogni età, per essere accompagnati in alcune zone della città, in abitazioni private, dove c'è ancora molta prostituzione. Un lavoro difficile dove è necessario un notevole autocontrollo e sapere gestire tutte le situazioni a rischio, spesso con clienti che non ti vogliono pagare il servizio richiesto, o peggio ancora che vogliono rubarti l'incasso della giornata».
A Trento, come detto, i tassisti sono 40 più un'impiegata in servizio presso la sede in via Alcide De Gasperi, mentre è doveroso rammentare che alcuni anni fa erano in servizio, prime ed uniche donne, le colleghe Delfina Cozzini e Marisa Paris. A Rovereto e Riva del Garda, invece, sono in servizio 10 colleghi, 4 ad Arco ed uno solo a Pergine Valsugana.
La Cooperativa «Radio Taxi Trento» costituita il 18 febbraio 1981 oggi è presieduta da Andrea Bracca. Tutte le chiamate per richiedere un taxi allo 0461-930002, vengono smistate in modalità automatica da un call center operativo a Milano, che successivamente inoltra le richieste ai singoli taxi in servizio sul territorio della città. Un tempo, invece, le richieste pervenivano tramite 3 postazioni telefoniche fisse, abilitate solo alla ricezione, dislocate presso la stazione ferroviaria, l'ospedale S. Chiara ed in via Gianantonio Manci, accanto al cinema Vittoria.
Doveroso ricordare, infine, gli storici tassisti degli anni '60 Valbusa e Pegoretti, in servizio rispettivamente sino all'età di 82 e 80 anni, i quali hanno insegnato molti trucchi del mestiere ai giovani colleghi d'allora e che ancor oggi rimpiangiamo con affetto e stima.