Nuovo consorzio dei rifiuti Egato, crescono le perplessità, e in Fiemme i primi quattro comuni dicono "no"
In Consiglio Provinciale le minoranze all’attacco chiedono una «informativa in Aula», mentre nella valle dell’Avisio si alza il muro: paura di perdere la Fiemme Servizi, che è un gioiello ed un patrimonio della comunità. Ma anche Tenna e Calceranica...
TRENTO. Dubbi e perplessità su Egato, il futuro ente gestore dello smaltimento dei rifiuti voluto dalla Provincia e che più di una discussione sta suscitando all'interno dei consigli comunali e delle Comunità di valle che dovrebbero formalizzare la loro adesione, pena il commissariamento.
Ora sulle questione si sono mosse anche le minoranze del consiglio provinciale che hanno depositato una richiesta informativa per la sessione del consiglio provinciale fissata per prossima settimana. Primo firmatario Francesco Valduga (Campobase) che come tutta la minoranza solleva una serie di obiezioni tecniche e politiche. «Si stanno concretizzando quelle perplessità che in parte avevamo già espresso. I Comuni si trovano a dover approvare in un tempo ristretto una convenzione senza che ci sia uno statuto che dica come poi realmente Egato funzionerà. Noi avevamo detto tante volte che occorre valorizzare il lavoro sulla raccolta che fino ad ora si è condotta sul territorio anche perché raccogliere in montagna non è come raccogliere in città, raccogliere in una stagione non è come raccogliere in un'altra, raccogliere in case sparse non è come raccogliere in agglomerati urbani. C'è la necessità di rappresentare questa complessità e evitare omogenizzazione e omogenizzazione, partendo da un'esperienza virtuosa che ha portato il Trentino ad ottenere ottimi risultati in questo campo».
Tanti i dubbi che solleva Valduga e che ritiene debbano essere chiariti: dal personale, a chi presiederà Egato, e poi il tema dei beni di ciascun territorio e dei sub-ambiti. «La sensazione è che la Provincia voglia scaricare su Egato il ruolo di regia. Io sono convinto che è giusto che Comuni e Comunità di valle entrino nella governance di questi percorsi, ma ciò deve avvenire in modi e tempi che permettano loro di prendere decisioni dopo un esame approfondita. E poi c'è la questione dell'impianto di smaltimento finale. Su questo ancora non si capisce quale è l'idea della Provincia. Ho la sensazione che la fretta sia legata alla volontà di andare verso decisioni che in qualche misura vengono "appaltate" fuori dalla regia politica provinciale. Se poi le cose vanno bene la Provincia si prende i meriti e se vanno male è colpa d'altri».
La volontà delle minoranze è quella di portare nel consiglio provinciale il dibattito e che questo aiuti anche il dibattito nelle autonomie locali. In realtà il confronto nella sede del Consiglio delle Autonomie locali c'era stato e aveva portato, a fine dicembre, proprio alla firma l'intesa sulla convenzione per attivare l'Egato Trentino. L'impressione, inizialmente, era che tutti fossero d'accordo. Negli ultimi giorni è però emerso il contrario e l'impressione di Valduga, è che quel ruolo di regia e difesa dei Comuni sia venuto meno e sia sempre lasciato più spazio all'idea di dare una mano a chi governa. «Manca quella capacità corale di interdizione. Sembra che ci si sia più preoccupati di non disturbare chi governa mentre è proprio su questi temi che i territori andrebbero coinvolti e andrebbe lasciato loro il tempo di prendere decisioni consapevoli».
La riprova arriva dalla Val di Fiemme. Che l'istituzione del nuovo consorzio per la raccolta e la gestione del ciclo dei rifiuti non piacesse ai comuni fiemmesi si era capito in occasione dell'ultima riunione del consiglio dei sindaci, il 28 gennaio. Ieri sera se ne è avuta la conferma dopo che cinque consigli comunali si sono espressi ufficialmente sull'approvazione dello schema di convenzione riguardante l'Egato Trentino, ovvero l'Ente di gestione dell'ambito territoriale ottimale che coinvolge Provincia, Comuni e Comunità di valle trentine per il coordinamento delle funzioni e le attività connesse al ciclo dei rifiuti.
I consigli comunali di Capriana, Cavalese, Panchià e Valfloriana hanno votato contro la convenzione. Solo Ville di Fiemme l'ha approvata, come ampiamente previsto, dato che era stato il sindaco Paride Gianmoena (in qualità di presidente del Consiglio delle Autonomie locali) a firmare a dicembre l'intesa con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Ora toccherà ai consigli comunali di Castello Molina, Predazzo, Tesero e Ziano esprimersi. Se confermate le indicazioni date in occasione del consiglio dei sindaci di Fiemme, anche loro dovrebbero votare contro la convenzione.
Il presidente della Comunità di Valle di Fiemme, Fabio Vanzetta, aveva parlato di Egato come «un salto nel buio» poiché «non si capisce quale sarà il modello di raccolta, se potremo mantenere o meno quello che abbiamo messo a punto, che ci sta dando ottimi risultati». Il nodo della questione ruota attorno alla società in house Fiemme Servizi, costituita dai comuni nel 2004 per la gestione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti. Un servizio, sostengono i sindaci, che garantisce efficienza, uniformità e qualità del servizio erogato.
Il sistema di raccolta attuato sul territorio ha comportato un grande impegno e la crescita culturale dei cittadini, che hanno sviluppato una coscienza ambientale: questo è dimostrato dai dati sulle percentuali di raccolta differenziata, che negli ultimi dieci anni si è aggirata tra l'83 e l'85%, superiore alla media provinciale (80,52%) e all'obiettivo nazionale (65%). Secondo i primi cittadini, nella proposta di convenzione sottoscritta a dicembre (e di cui è richiesta l'approvazione dei consigli entro questa settimana) non sono definiti gli aspetti relativi al trasferimento o alla gestione del patrimonio di proprietà della società Fiemme Servizi.
Viene apprezzata la possibilità dell'individuazione dei sub-ambiti che tengano conto delle specificità territoriali, ma viene contestato che l'assemblea dell'Egato Trentino possa procedere con delibera validamente approvata dalla maggioranza assoluta dei presenti. E questo comma, per i sindaci, è inaccettabile, poiché non fornisce nessuna garanzia di poter realizzare il sub-ambito di Fiemme.La perdita della responsabilità in materia di tariffazione, di scelta del modello gestionale più adatto al territorio, e quindi l'impossibilità di scegliere la modalità più appropriata per la gestione del servizio - dicono i sindaci - appaiono come limitazioni e come un rischio non accettabile per un territorio che ha sempre voluto esprimere la propria capacità di autogoverno e di esercizio dell'autonomia.
Tenna e Calceranica, dubbi.
"Non abbiamo uno statuto, ad oggi, che ci dice come sarà quest'Egato e come funzionerà". A dirlo, parlando con i giornalisti a margine dell'Ecoforum, è il sindaco di Tenna Marco Nicolò Perinelli, che assieme al sindaco di Calceranica Cristian Uez ieri sera in Consiglio dei sindaci si è astenuto alla votazione sull'Egato, il consorzio che coinvolge l'amministrazione provinciale, i Comuni e le Comunità di valle per il coordinamento delle attività legate al ciclo dei rifiuti. "Mi sono astenuto per una questione di metodo e di merito".
La convenzione, ricorda Perinelli, "è imposta ai Comuni, perché la minaccia è o approvate o vi commissariamo, e quindi di fatto non lasciano scelta". Il sindaco di Tenna parla di "alcune criticità", in primis tecniche. "Faccio solo riferimento al comma 11 dell'articolo 2, in cui si parla di un presidente che può essere eletto al di fuori dell'assemblea. Noi però sappiamo che la legge 3 del 2006 prevede che le convenzionate abbiano un presidente eletto all'interno dell'assemblea. Entrando nel merito, invece, si va a togliere una prerogativa agli enti locali accentrandola, senza peraltro averli informati in modo partecipativo con un tempo adeguato per prendere scelte ponderate".
Emerge anche un punto di domanda su che fine faranno le esperienze locali. "Abbiamo delle esperienze molto positive. Parlo della Valsugana, dove Amambiente negli anni ha costruito un sistema virtuoso. Un sistema centralizzato che non tenga conto di queste specificità sicuramente rischia di peggiorare il servizio. Soprattutto rischia di mettere ancora più confusione nei cittadini, che si vedono riforme calate dall'alto di volta in volta. L'auspicio è che vengano conservate queste esperienze, cosa che peraltro adesso, al di là delle parole, non è garantita nei testi presentati", conclude Perinelli.