Montagna / Politica

Failoni: “Stupiti dal no dei sindaci alla nuova legge su piste e impianti da sci. Gravi danni per il Trentino”

L’assessore provinciale: “Non comprendiamo la posizione assunta dal Cal. Non approvare questa legge rischierebbe di danneggiare la nostra economia. Non possiamo permettercelo”

CAL No alla una nuova legge su piste e impianti da sci

TRENTO. “Questa mattina, 13 febbraio, è pervenuto il parere contrario del Consiglio delle Autonomie locali alla proposta di legge sugli impianti a fune e piste da sci sulla quale stiamo lavorando. Si tratta di un disegno di legge tecnico che ci permette di aggiornare l’attuale legge del 1987”. Inizia così la dura presa di posizione dell’assessore Roberto Failoni.


”Il no dei Comuni stupisce e preoccupa. Infatti senza l’approvazione di questa nuova legge saremo obbligati ad attuare direttamente il Decreto legislativo n. 40 in materia di sicurezza sulle piste. Ciò avrà delle gravi conseguenze: cambia la classificazione delle piste da sci trentine, molte delle nostre piste blu diventeranno rosse. Inoltre ai rifugisti sarà vietato utilizzare le motoslitte per l’approvvigionamento dei rifugi sia durante che fuori orario. Salterebbe inoltre l’articolo a favore della pratica dello sci alpinismo”.


E prosegue: “Ma sono le motivazioni del parere contrario del CAL che ci lasciano più perplessi, tant’è che certe dichiarazioni hanno perfino profili di incostituzionalità. Tutto ruota sul passaggio dalla concessione di servizio pubblico al sistema dell’autorizzazione. Voglio essere chiaro: è così già oggi. Infatti siamo obbligati ad attuare la sentenza del Corte Costituzionale 103/2020 che ha sentenziato che gli impianti funiviari ad uso turistico-sportivo non rientrano nella categoria delle concessioni di servizio pubblico”.


”Regolamentata l’attività attraverso la normativa, questi impianti sono soggetti alla sola autorizzazione per lo svolgimento di attività economica privata alla pari di qualsiasi altro esercizio commerciale. Le uniche due eccezioni di servizio pubblico? Gli impianti a fune che sono sostitutivi di mezzi di trasporto, in Trentino i soli Sardagna e Mezzocorona”.


”E la richiamata centralità del Comuni? C’è già ed è a monte – prosegue - sul piano della pianificazione urbanistica e poi attraverso il permesso di costruire. Ma non solo. Nel disegno di legge abbiamo previsto la possibilità per i Comuni di istituire servizi di interesse economico generale a carico dei gestori di impianti fune stabilendo gli obblighi di servizio pubblico. È lo stesso che facciamo con i multiservizi nel commercio. Ecco che in definitiva non comprendiamo la posizione assunta dal CAL. Non approvare questa legge rischierebbe di creare danni enormi per l’economia turistica e il movimento sportivo del Trentino. Non possiamo permettercelo”.

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