Violenza / L'aggressione

Poliziotta aggredita, Fugatti e Ianeselli: non c’è spazio per violenza e sopruso

Dal battibecco ai 18 punti di sutura, con 30 giorni di prognosi. Il caso ha avuto risonanza a livello nazionale: il ministro dell’Interno Piantedosi si è messo in contatto con il capo della Polizia di Trento 

DENUNCIA Li ha riconosciuti, erano della Nuova Guardia del Trento calcio

TRENTO. Doveva essere un saluto all'amica barista, prima di tornare a casa, ma la breve tappa al pub si è trasformata in un incubo che non dimenticherà mai più. A Trento una poliziotta di 53 anni, che sta ultimando il percorso di transizione sessuale da uomo a donna, è stata picchiata a calci e pugni da tre ultras, dopo un breve battibecco. A ricordarle la violenza due profonde cicatrici sulla fronte, che resteranno lì per sempre.

Sono circa le tre di notte del 15 febbraio, la notte di San Valentino. La poliziotta, fuori servizio e in abiti civili, entra nel locale nei pressi dello stadio di calcio, per salutare la cameriera. Al suo interno si trovano i tre ultras e al momento di uscire uno di loro urta la cliente. Al suo invito di fare più attenzione l'uomo risponde con offese pesantissime. A questo punto lei gli da uno schiaffo, e da lì è partito il violento pestaggio.

La vittima a un certo punto riesce a lasciare il locale e in macchina si reca al Pronto soccorso dell'ospedale Santa Chiara, dove le vengono applicati 18 punti di sutura. La prognosi è di trenta giorni. L'agente ha sporto denuncia, anche perché conosce uno degli aggressori di vista. Anche lei è tifosa di calcio e frequenta lo stadio Briamasco, ma ha l'abbonamento in un altro settore. I colleghi della questura di Trento in queste ore stanno ricostruendo l'esatta dinamica, sentono tutti i testimoni e visionano le telecamere di videosorveglianza del locale e delle zone limitrofe.

Non è tardata ad arrivare la solidarietà dal mondo politico, come anche gli interventi per chiarire la questione: uno su tutti, quello del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Piantedosi ha chiamato il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per informarsi sui fatti ed ha espresso vicinanza nei confronti dell'agente.

Nel frattempo anche il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, sui social media ha espresso la sua piena solidarietà alla vittima. "È una violenza che ci lascia sgomenti. A Trento non c'è spazio per chi discrimina. Dobbiamo dirlo con forza e lavorare su una cultura del rispetto, cominciando dai nostri bambini. E mi auguro che i tifosi veri sappiano per primi isolare persone che con i valori dello sport nulla hanno a che fare", ribadisce Ianeselli. 

La presa di posizione della Provincia 

"Abbiamo sempre dichiarato inammissibile ogni forma di violenza e discriminazione nella nostra comunità e questo messaggio è ancora più urgente di fronte ad un episodio inaccettabile, per il quale esprimiamo la massima vicinanza di tutte le istituzioni alla persona che è stata vittima dell'aggressione. Lo diciamo con forza: non c'è spazio per la violenza, il sopruso, la discriminazione e nemmeno per i tentativi di accostare atti e idee di intolleranza allo sport in qualsiasi forma. Una dimensione, quest'ultima, che deve rimanere di piena libertà e inclusione, per tutti, specie per per le famiglie, i giovani e tutti gli appassionati". Così il presidente della Provincia Maurizio Fugatti esprime la ferma condanna dell'episodio e la vicinanza delle istituzioni alla poliziotta vittima dell'aggressione transfobica. 

Sulla stessa lunghezza la vice presidente, Francesca Gerosa, manifesta "a lei tutta la mia vicinanza e agli aggressori, mossi dall'odio e in una logica di branco, tutto il mio disprezzo. Quanta intolleranza, quanta violenza, ma soprattutto quanta ignoranza".

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