Fauna / Ue

Svolta sui lupi, la commissione europea declasserà la protezione

Ursula von der Leyen: «Sono un pericolo reale, soprattutto per i danni al bestiame». Moltiplicati gli avvistamenti e gli attacchi

GRANDI CARNIVORI Il numero dei lupi è "stabile"

TRENTO. Tempi duri per il lupo. Per allinearsi alle modifiche alla Convenzione di Berna, da venerdì 7 marzo in vigore, la Commissione europea propone una modifica alla direttiva Habitat per allinearsi al declassamento dello status di protezione del lupo da specie "strettamente protetta" a solo "protetta".

La proposta passa ora nelle mani dei co-legislatori europei (Parlamento e Consiglio Ue) per il via libera definitivo. Va ricordato però che il lupo rimarrà una specie protetta e gli Stati membri avranno ancora la possibilità di mantenere un livello più elevato di protezione del lupo, se ritenuto necessario dalla legislazione nazionale.

Da più Stati era stato sollevato un problema di coesistenza tra la fauna selvatica e la zootecnia. «La concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame», ha ricordato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, assicurando che con questa proposta «le autorità locali a trovare soluzioni più mirate per proteggere sia la biodiversità che i nostri mezzi di sussistenza rurali».

Se secondo i dati preliminari del monitoraggio 2024 dei Grandi Carnivori in Trentino, la popolazione di lupo appare costante in Trentino, con un numero di branchi sostanzialmente stabile (26 quelli identificati lo scorso anno), va segnalato un inizio di primavera decisamente pesante per la popolazione di lupi: nello scorso mese di febbraio sono stati registrati ben dieci decessi.

Il caso più rilevante riguarda il ritrovamento, il 1° febbraio scorso a nord di Barco, nella zona di Levico, di quattro carcasse, di animali verosimilmente avvelenati. Quindi il 28 febbraio, nelle campagne di Nomi sono stati ritrovati i resti di una giovane femmina. Il fatto è stato stigmatizzato dall'assessore Failoni ed ha indignato gli animalisti che chiedono indagini approfondite per risalire ai colpevoli.Le interazioni tra fauna selvatica e l'uomo hanno portato anche a ben sette investimenti stradali, con cinque esemplari morti sul sito dell'impatto: il 1° febbraio a Predazzo (lupo fuggito), il 4 a Imer (morto), il 16 a Monclassico (morto), il 18 tra Civezzano e Fornace (fuggito), il 21 e il 23 a Pieve di Bono Prezzo (entrambi morti), il 23 a Predazzo (morto).

Ampliando il periodo, da dicembre 2024 a febbraio 2025, si arriva a 11 investimenti. Infine, tra il 20 e il 23 febbraio tra Spiazzo e Passo Daone è stato più volte avvistato un lupo privo dell'arto posteriore destro.

Nel periodo invernale il lupo aumenta la propria attività nei fondovalle: da dicembre 2024 a fine febbraio, sono stati registrati 17 danni al bestiame. Se da una parte sono parecchie le tracce di lupi sulla neve, e di altri ritrovamenti come resti di predazione, negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli avvistamenti.

E anche le segnalazioni di attacchi: il primo febbraio un lupo ha ferito un cane a Canal S. Bovo, mentre in tre occasioni è stata accertata la predazione di ovini (2, 7 e 15 febbraio) a Sella Giudicarie e in Val di Ledro, mentre il 26 febbraio un asino è stato attaccato a Castelnuovo.

Infine, lo scorso 31 gennaio un cane è stato aggredito da un lupo sul territorio di Canal San Bovo e negli scorsi giorni un altro cane è stato attaccato da tre lupi nel territorio comunale di Avio, in località Vo' Sinistro. Casi di esemplari confidenti si sono registrati a Castelfondo, in Val di Fassa e nel Basso Primiero: il personale forestale ha messo in atto la dissuasione con pallettoni di gomma.

L'invito alla popolazione è di segnalare la presenza di lupi nelle aree antropizzate contattando la Stazione forestale, mentre in caso di emergenza va allertata la Centrale unica di emergenza 112.

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