Parolari (Pd): nei centri diurni per anziani problemi di somministrazione dell'insulina
La consiglera provinciale ha presentato un'interrogazione sul tema, facendo riverimento specificamente a una situazione rilevata a Povo. In generale ricorda che quando l’infermiere del territorio non può intervenire, gli utenti diabetici nei centri non integrati nelle rsa devono procedere con l'autoassunzione oppure affidarsi a un familiare o altro caregiver
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TRENTO - La consiglera provinciale Francesca Parolari (Pd) segnala una problematica riguardante l’assistenza infermieristica nei centri diurni per anziani.
"Accade - si legge in una nota dell'esponente della minoranza - che quando l’infermiere del territorio non può intervenire, un utente è diabetico e deve assumere l’insulina prima del pasto, nei centri diurni non integrati nelle rsa si aprono due, dubbie, strade: la prima che prevede l'autoassunzione e la seconda più paradossale, per gli anziani non autonomi, che prevede la somministrazione da parte di un familiare o altro caregiver che deve appositamente recarsi in loco".
Parolari sottolinea che così viene meno quella che è la rete di supporto ai familiari e ai caregiver, "in quanto viene chiesto a questi ultimi, spesso anche loro in età avanzata, di spostarsi dal proprio domicilio per compiere una prestazione di pochi minuti. Non solo, quindi, non si riesce a fornire un supporto infermieristico adeguato, ma soprattutto vengono appesantite le famiglie andando ad annullare il fine di supporto per cui nascono questi centri".
Ma ciò che fa davvero specie, insiste Parolari, "è che queste prestazioni infermieristiche non sono erogate nemmeno quando c’è una rsa a pochi passi dal centro diurno".
La consigleira evoca il caso specifico del centro diurno di Povo, gestito dalla apsp Grazioli, "in cui - scrive Parolari - per la somministrazione a un utente diabetico è stato necessario coinvolgere la compagna o una persona da lei delegata e pagata, per l’impossibilità dichiarata della rsa di eseguire la prestazione. Viene, qui, ulteriormente da chiedersi cosa ne sarebbe dell’anziano, e del servizio a lui erogato, se la compagna non potesse recarsi, per qualsiasi ragione, al centro", afferma la consigliera, che sulla questione ha presentato una interrogazione in Provincia.
Parolari ricorda che i centri diurni per anziani rappresentano, fra le tante finalità, “servizi che contribuiscono alla tenuta della rete dei familiari e dei caregivers, nonché favoriscono la permanenza al domicilio ritardando l’ingresso in rsa”.
"Se ne deduce - osserva - che tali centri dovrebbero costituire un supporto e sollievo, oltre che per l’anziano e/o invalido, anche per chi se ne prende cura ogni giorno. Ciò che ad oggi invece viene in evidenza, attraverso un caso di malagestione della somministrazione di insulina per un anziano nel centro diurno di Povo, è uno scenario problematico che mette in luce la progressiva incapacità del modello assistenziale trentino di soddisfare i bisogni", sottolinea Francesca Parolari.
È proprio alla luce di questo contesto, "di fronte all’incapacità di non riuscire nemmeno a concordare un intervento infermieristico quando centro diurno e rsa sono vicini", che la consigliera Parolari interroga la giunta provinciale, in particolare, "per sapere se è a conoscenza delle criticità correlate alla somministrazione dell’insulina nei centri diurni e come intende intervenire per garantire la frequenza del centro diurno da parte di utente diabetico che necessita di somministrazione di insulina, come nel caso dell’utente di Povo, senza gravare sulla famiglia".