Il report/I dati

La più buona e la meno cara: la nostra acqua del rubinetto

Oggi (22 marzo) si celebra la giornata mondiale dell'acqua. Il rapporto di Cittadinanzattiva: la spesa media in regione per la bolletta idrica è di 289 euro (Trento low cost, 200 euro), ma aumenta la dispersione: un terzo va sprecato

TRENTO. In Trentino costa poco ed è molto buona. Secondo quanto rilevato dal XX Rapporto di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato, emergono dati piuttosto interessanti sul consumo di acqua, la dispersione, e l'uso dell'acqua in bottiglia.

La spesa.

Il Trentino Alto Adige se la cava bene. A fronte infatti di una spesa media di 500 euro all'anno, la spesa media in regione per la bolletta idrica nel 2024 si è attestata a 289 euro, in aumento del 4% rispetto al 2023. La regione più a buon mercato è il Molise (234 euro) mentre la provincia di Frosinone è la più cara in assoluto, con una spesa media annuale di ben 917 euro.

Diverso è il discorso delle città capoluogo di provincia: più cara Bolzano (377 euro, +9,5% rispetto al 2023), più economica Trento (200 euro, -5% rispetto al 2023). È quasi record: più low cost di Trento c'è soltanto Milano, con 185 euro di bollette l'anno, La fotografia emerge dal XX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, in riferimento ad una famiglia tipo composta da tre persone ed un consumo annuo di 182 metri cubi. Se si consuma meno, o si riesce ad avere accesso al bonus sociale idrico, la spesa naturalmente è più bassa.

La dispersione.

Tallone d'Achille di tutta la situazione italiana è lo spreco dell'acqua, che in Trentino - Alto Adige è del 33,8%. Fanno meglio le città, con Trento (22,5%) più virtuosa di Bolzano (28,6%). L'andamento non è rassicurante: la dispersione è aumentata in Trentino di 11,4 punti percentuali dal 2012 al 2022, e con i ciclici episodi di siccità non c'è per niente da stare allegri. La media in Italia è comunque da piangere: in base agli ultimi dati Istat (anno 2022), la dispersione idrica raggiunge il 42,4% nel territorio complessivo italiano. Spicca in negativo la Basilicata dove va buttato via il 65,5% dell'acqua. Potenza è maglia nera: il 70% dell'acqua finisce alle ortiche, se va bene.Se invece consideriamo i capoluoghi di Provincia, secondo dati Istat, nel 2022 è andato perso il 35,2% dell'acqua immessa.

Il consumo.

Diciamo subito che in Trentino Alto Adige la situazione è molto più rosea che altrove: solo il 2,7% si lamenta per problemi con la fornitura (11,4% media nazionale); per il 7,9% c'è qualche problema con odore, sapore e limpidezza (23,5% media nazionale); le bollette risultano scarsamente comprensibili per il 15% dei consumatori (ma in Italia se ne lamenta il 32,8% delle persone).Non tutti hanno l'acqua in casa: il 95,8% delle famiglie, per un totale di 25 milioni di nuclei, sono allacciate alla rete idrica comunale. Il consumo è però molto alto, visto che ogni abitante di città capoluogo consuma una media di 214 litri di acqua al giorno. In tanti si lamentano però della qualità dell'acqua del sindaco: secondo i dati Istat per l'anno 2023, risulta che in Italia una famiglia su quattro non si fida dell'acqua del rubinetto (la media nazionale è del 28,8%) e addirittura in Sicilia si arriva al 56,3%. La regione in cui non esiste proprio questo problema, e anche questo è un record, è il Trentino - Alto Adige, dove la quasi totalità degli abitanti apprezza l'acqua del rubinetto. Questi dati virtuosi non risollevano però le sorti generali e il disastro italiano spiega, in parte, perché gli italiani siano i primi consumatori di acqua in bottiglia in Europa (con una media annua di 208 litri pro capite) e secondi al mondo dopo il Messico (che detiene un media annua pro capite di 244 litri). B.G.

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