Aiuta uno studente donandogli 120mila euro, lui li gioca in criptovalute
La donna, medico in pensione, volontaria con varie associazioni e spesso dedita alla beneficienza, mise a disposizione del giovane (originario di un Paese africano e già provvisto di una laurea triennale) il proprio lussuoso appartamento nel centro storico, poi gli diede 120mila euro come garanzia per l'iscrizione in un'università di prestigio all'estero
TORINO. Ha aiutato un giovane studente in difficoltà per puro spirito filantropico, ci ha rimesso 120mila euro e ha pure dovuto sopportare minacce e aggressioni verbali: così la pubblica accusa ha ricostruito in tribunale a Torino una vicenda che vede un'agiata settantenne nelle vesti di parte civile e l'imputato, un ventiseienne, rispondere di truffa e stalking.
La vicenda si è svolta fra il 2022 e il 2023. La donna, medico in pensione, volontaria con varie associazioni e spesso dedita alla beneficienza, mise a disposizione del giovane (originario di un Paese africano e già provvisto di una laurea triennale) il proprio lussuoso appartamento nel centro storico, poi gli diede 120mila euro come garanzia per l'iscrizione in un'università di prestigio all'estero.
Secondo l'accusa, lo studente utilizzò il denaro in un altro modo e, quando sorsero delle discussioni, rifiutò di lasciare l'alloggio, tanto che dovettero intervenire le forze dell'ordine.
"Il sogno di mia madre - ha raccontato oggi in aula il ventiseienne - era di farmi andare nella migliore università del mondo. Io voglio diventare un diplomatico per essere utile al mio Paese. Nella palazzina dove abitavo io, nel 2022, c'erano dei lavori e non riuscivo a concentrarmi per studiare. Mi fecero incontrare la signora, che fu molto gentile. Dato che trascorreva gran parte del suo tempo in viaggio o nella sua casa mare, mi offrì il suo appartamento a titolo quasi gratuito: dovevo solo badare ai fiori, pagare le bollette, fare piccole commissioni. Insieme a lei mi informai su come accedere a Oxford, Yale, Cambridge. Però per procedere con la domanda di iscrizione avevo bisogno di un fondo di garanzia. In una università minore mi avevano anche accettato, ma in quel periodo mi stava per scadere il permesso di soggiorno". La guardia di finanza ha accertato che i 120mila furono trasferiti subito dal conto. "Oggi - ha detto il giovane - li ho investiti in criptovalute. Mi servono per il futuro".
Ma quando il pm ha chiesto perché non li restituisce, ha sostenuto che la signora non gli ha mai messo "un limite di tempo per tenerli". E quando gli è stato chiesto perché il rapporto con lei si è incrinato, ha destato un moto di sdegno fra le conoscenti dell'imputata (che hanno seguito l'udienza) affermando che lei gli aveva chiesto dei "momenti di intimità che io non le potevo dare, sono fidanzato e credente".
"È falso - ha commentato l'avvocato della donna, Claudio Strata - e lo dimostra una lettera: la questione riguardava solo l'uso del denaro. Non si può gettare discredito su una signora vissuta senza ombre e facendo sempre e solo del bene".