Il sodalizio/Montagna

Sosat, per la prima volta ci sono tre donne nel direttivo

Sono Sara Ghirardi, Franca Pireri e Marianna Brugnara: un terzo dei 9 componenti. Il presidente uscente Luciano Ferrari, il più votato, sarà riconfermato al vertice per altri tre anni

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Tra continuità e rinnovamento: l'assemblea dei soci della Sosat ha riconfermato la sua fiducia al presidente uscente Luciano Ferrari, che è stato il più votato raccogliendo 125 preferenze, ma ha anche portato molti volti nuovi nel direttivo della Sezione operaia della Sat, tra cui tre donne. Si tratta di Sara Ghirardi (107 voti), che è stata la seconda più votata dopo il presidente, poi Franca Pireri (76 voti) e Marianna Brugnara (57 voti).

«È la prima volta che nel direttivo della Sosat - conferma Ferrari - siedono tre donne, un terzo dei nove componenti. Ne avevamo avuta una o al massimo due. È un grande valore e siamo proprio contenti, perché fa onore al nostro spirito e alla nostra storia». Gli altri eletti sono Mauro Bianchini (100 voti), che già faceva parte della direzione, così come Fabio Bertoni (51 voti), mentre gli altri nuovi entrati sono Ugo Merlo (69 voti), Armando Valenari (44 voti) e Paolo Vitti (43 voti).

Tra i consiglieri uscenti che si sono ricandidati non ce l'hanno fatta, invece, Antonio Zanetti e Aldo Refatti, rimasti fuori per pochi voti. Hanno invece deciso di non ripresentarsi, lasciando dunque il posto ad altri, il vicepresidente Sergio Franceschinelli, il segretario Gualtiero Prighel, Renzo Fracalossi, Alessandro Cordin e Paolo Loss.

L'assemblea, prima del voto, ha deciso di ridurre il numero dei componenti da 11 a 9. Il presidente Ferrari è raggiante, naturalmente, per il sostegno raccolto, che lo proietta verso la riconferma. Sarà il nuovo consiglio direttivo, che verrà convocato probabilmente già la settimana prossima, ad eleggere al suo interno presidente, vice, segretario e tesoriere.Eletto presidente la prima volta nel 2010, Luciano Ferrari all'indomani del voto scherza: «Sono ancora qui, dopo quindici anni, cinque trienni, più sei anni da vicepresidente». E ora lo aspetta un altro triennio da presidente ma assicura: «Questo sarà il mio ultimo mandato». Insomma, tra Ferrari e la Sosat, sodalizio ultracentenario, è un grande amore, ricambiato, che ha dato i suoi frutti visto che quando fu eletto la prima volta i soci della Sezione operaia della Sat erano 780 mentre ora «hanno superato il migliaio tornando ai numeri che non si vedevano dal 1994 - precisa Ferrari - questo vuol dire che hanno apprezzato quello che stiamo facendo.

Ma quali sono gli obiettivi di Sosat per questo nuovo triennio di attività? «La prima cosa - spiega il presidente - è mantenere il legame con il territorio, perché questo fa parte del nostro Dna. La nostra base sociale ha bisogno di incontrarsi, ma in questo momento difficile noi cerchiamo di stimolarla ad essere protagonista nelle attività, dobbiamo tenere duro». Riguardo poi ai rapporti con la Sat, dopo l'ultima burrascosa assemblea elettiva, che proprio Luciano Ferrari aveva abbandonato in polemica, il presidente di Sosat dice: «I rapporti con Sat sono buoni, abbiamo due ruoli diversi. Loro più gestionale del patrimonio immobiliare, noi più aggregativo delle persone».

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