Mobilità sanitaria, 7 milioni di attivo a discapito dei pazienti trentini? Il Pd attacca Fugatti
Interrogazione del consigliere provinciale Paolo Zanella: il paradosso dei cittadini trentini costretti a farsi operare in Veneto per poter accedere alla riabilitazione ad Arco
TRENTO. La mobilità sanitaria interregionale del Trentino registra un saldo attivo di oltre 7 milioni di euro, ma a quale prezzo per i cittadini della provincia? È questo l'interrogativo al centro dell'interrogazione presentata dal consigliere provinciale del Partito democratico Paolo Zanella, che solleva dubbi sulla gestione delle strutture riabilitative convenzionate.
Secondo Gimbe, la Provincia autonoma di Trento ha registrato per il 2022 un saldo positivo di 7.091.481 euro nella mobilità sanitaria interregionale, con un incremento di 5.737.223 euro rispetto all'anno precedente. Un risultato che colloca il Trentino al sesto posto in Italia e che è stato celebrato dal presidente Fugatti sia in Consiglio provinciale che sui social media.
Tuttavia, Zanella segnala una preoccupante anomalia: numerosi pazienti trentini lamentano tempi di attesa sempre più lunghi per il trasferimento in strutture di riabilitazione motoria intensiva, in particolare alla Casa di cura Eremo di Arco. Contemporaneamente, pazienti provenienti da fuori provincia, spesso con necessità riabilitative meno complesse, verrebbero trasferiti con estrema rapidità nelle stesse strutture.
"Il 57,7% delle prestazioni erogate a utenti extra provinciali nel nostro territorio sono in capo a strutture private accreditate, quelle in regime di ricovero addirittura il 61,3%", sottolinea Zanella, che rileva come il Trentino sia quinto in Italia per mobilità attiva erogata dal privato convenzionato.
L'interrogazione riporta che l'accordo contrattuale 2024 tra APSS e Casa di cura Eremo prevede stanziamenti di 5.579.400 euro per la riabilitazione dei pazienti trentini, 816.000 euro per il recupero della mobilità passiva e ben 7.809.522 euro per utenti del Sistema Sanitario Nazionale. L'accordo specifica chiaramente che i pazienti extra provinciali possono essere accolti solo dopo aver garantito i posti ai cittadini trentini.
"Con il paradosso che ci sono trentini che si fanno operare in Veneto per poter accedere alla riabilitazione ad Arco, visto che dagli ospedali trentini sta diventando un miraggio accedervi", denuncia il consigliere dem, che chiede alla Giunta di chiarire se l'accordo 2025 ha ridotto i posti per i trentini e quali siano i tempi medi di attesa tra intervento e trasferimento riabilitativo.
Zanella interroga inoltre l'esecutivo provinciale su chi abbia il compito di vigilare sul rispetto degli accordi contrattuali e se siano pervenute segnalazioni ufficiali sulla carenza di posti nelle strutture riabilitative. "Salutare trionfalmente il saldo attivo della mobilità sanitaria, se questa va a discapito del diritto alla salute dei trentini, tradisce la promessa elettorale di Fugatti del prima i trentini", conclude il consigliere.