La critica

Poste, Uil e Cgil: “Con la riorganizzazione nuovi disagi per cittadini e lavoratori”

I due sindacati fortemente critici sull’ampliamento delle zone, sulla carenza di personale e sulla nuova rete corrieri: “Assistiamo al debutto in Poste del modello Amazon e piattaforme varie. E’ un modello di disumanizzazione del lavoro che noi contrastiamo”

TRENTO. Nuovi disagi in vista per le cittadine e i cittadini che hanno bisogni dei servizi di Poste, ma anche per i dipendenti della spa in Trentino. E’ a questa conclusione che sono arrivati Jacopo Spezia e Concetta Inga, rispettivamente di Slc Cgil e Uilposte, al termine dell’incontro di ieri, 8 aprile, a tavoli separati, per la rotture delle Relazioni Sindacali a livello centrale, con i referenti delle relazioni industriali per la macro-area del nordest.
Al centro del confronto la nuova riorganizzazione e gli effetti sul territorio provinciale.

In particolare il nuovo modello organizzativo, finito anche al centro di un accordo sindacale che Cgil e Uil non hanno sottoscritto a livello nazionale, prevede l’accorpamento di due uffici, Vezzano con Trento e Caldonazzo con Pergine. In buona sostanza i postini dovranno partire dal capoluogo o da Pergine per la distribuzione della corrispondenza. Le zone più estese verranno coperte con lo stesso personale se non con meno a causa dei pensionamenti. Il risultato è di facile previsione: ulteriori ritardi nella consegna e minore qualità del servizio.

Parallelamente verranno tagliate 42 zone di consegna tra business e portalettere su tutto il territorio provinciale con relativo ampliamento delle zone. A fronte di ciò Poste continua la sua politica di rafforzamento della rete commerciale con la creazione della nuova rete corriere: 69 nuovi assunti che lavoreranno per 39 ore settimanali, invece che 36, e i cui turni saranno definiti da un algoritmo.

Assistiamo al debutto in Poste del modello Amazon e piattaforme varie – fanno notare i due sindacalisti -. Questo nuovo personale per la prima volta lavorerà anche di domenica e festivi. E’ un modello di disumanizzazione del lavoro che noi contrastiamo. Non siamo contrari all’innovazione tecnologica se questa migliora le condizioni di lavoro e di servizio. In questo caso, però, l’unico scopo è la massimizzazione della resa e un peggioramento delle condizioni di lavoro sia sul piano retributivo che su quello normativo”.