Kostner in televisione «Avrei sposato Alex»
La campionessa altoatesina, dopo la condanna a un anno e 4 mesi, ha raccontando a "Le invasioni barbariche" il dietro le quinte di quanto ha vissuto e sta vivendo in questi mesi
"Quello che più mi dà fastidio è che è una cosa fuori dal mio controllo. Ma ho agito in buonafede e il fatto che abbiano riconosciuto che non ho nulla a che fare col doping è già una buona cosa. Spero nell'appello, che emergano i fatti". Carolina Kostner si confessa negli studi de "Le invasioni barbariche" in attesa che il Tribunale arbitrale sportivo di Losanna si pronunci.
A inizio mese il Tas ha ricevuto i due ricorsi in merito alla sentenza del Tribunale nazionale antidoping del Coni che lo scorso 16 gennaio ha squalificato la Kostner per 16 mesi per il suo coinvolgimento nell'affare Schwazer. Il primo ricorso è stato presentato dalla stessa campionessa di pattinaggio, che chiede l'annullamento della squalifica e che le venga riconosciuto di non aver violato alcuna norma antidoping; l'altro ricorso arriva dal Coni stesso, la cui procura chiede invece un inasprimento della sanzione. All'epoca la richiesta fu di due anni e tre mesi.
"Ma è stato riconosciuto nella sentenza che non ero a conoscenza del doping", si difende la Kostner, che rievocando quanto accaduto all'epoca, con la bugia detta agli ispettori della Wada, ricorda: "Ho avuto pochissimi secondi per pensare, era l'uomo che amavo, che immaginavo un giorno di sposare. Ho reagito così. Sono stata insieme a lui quasi sei anni e non avrei mai immaginato che facesse uso di doping. Sapeva come la penso sul doping, semmai l'avessi scoperto o me l'avesse detto, sapeva che avrebbe perso la mia stima anche come uomo. E purtroppo poi la relazione si è rotta".