Cannes, delitto e castigo firmato Woody Allen
Tra filosofia, amore e thriller scorre, con qualche ironia, la storia di Woody Allen che, dopo "Blue Jasmine" e "Magic in the Moonlight", porta al Festival di Cannes fuori concorso "Irrational Man", interpretato da Joaquin Phoenix ed Emma Stone.
La storia di un delitto e di un castigo in salsa filosofica con protagonista Abe Lucas (Phoenix), professore di filosofia, ammantato da un inesorabile nichilismo che, nonostante spieghi ai suoi studenti Kant, Kierkegaard e l'etica in tutti i suoi aspetti, non sa cosa davvero sia giusto.
E questo nonostante sia oggetto di interesse da parte di due donne come Rita Richards (Parker Posey), professoressa in cerca di un uomo che la salvi dal suo matrimonio, e Jill Pollard (Stone), l'allieva più smart e bella che diventa, ma solo inizialmente, la sua migliore amica. Due storie, quella di Rita e quella di Jill, che però non decollano per l'incapacità cronica di Abe di aprirsi alla vita.
Grazie a una conversazione rubata in un bar per il professore la scoperta di un'ingiustizia vera, concreta, avvenuta in quella vita reale verso cui sembra del tutto ormai anenestizzato.
E così nel segno di una scelta che cambia la vita, il professore scopre l'azione come atto liberatorio, come unica possibilità, tanto più se è un'azione etica. E lui che teorizza che 'l'inferno sono gli altri' (Sartre) e che cita Hanna Arendt e 'La banalità del male' arriva un delitto. Un delitto verso una vittima sconosciuta, un modo per fare giustizia e rendere il mondo almeno un po' migliore.
Già dopo aver deciso questo atto estremo, abbandona la bottiglia, non beve più e gli torna anche la voglia di amare, di fare sesso. Ma il male che sembra aver sconfitto rientrerà da dove neppure lui se l'aspetta con un appuntamento a cui lui non potrà mancare.
Con questo film Allen torna ai temi filosofici come in Crimini e misfatti 1989 e Match Point. "Da quando sono piccolo, sono stato attirato, non so per quale ragione, da ciò che si chiamano generalmente le grandi questioni esistenziali. Durante il mio percorso professionale ho fatto film che fanno ridere, che sono commedie ma anche opere più serie, oggetto di conflitti tra i miei personaggi".