Tre linguaggi nella notte di Fies
Dopo l'opening di ieri, la 36ª edizione di Drodesera entra nel vivo, portando a Centrale Fies i più importanti linguaggi presenti sulla scena contemporanea internazionale ed i suoi interpreti, alcuni nuovi altri ormai abitué.
Ad aprire la lunga serata di oggi sarà «The Rock Slide and the Wood» , la performance di Andreco che per la prima volta nella storia del festival, alle 18 e alle 19.30 , accompagnerà il pubblico al di fuori delle mura merlate per una sorta di passeggiata collettiva che condurrà piccoli gruppi di spettatori sulla frana preistorica delle Marocche. Qui, gli attori interpreteranno le montagne, i macigni franati e gli alberi del bosco; mimetizzati nel paesaggio, i performer - alcuni dei quali della zona, selezionati durante i workshop tenutisi in loco nei mesi scorsi - compiranno piccole azioni simboliche che metteranno in luce gli elementi naturali circostanti.
Lo spettacolo, della durata di 90 minuti, fa parte di «Nature as Art», lo studio artistico di Andreco che sviluppa il rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale, tra uomo e ambiente, in tutte le sue declinazioni; per la sua produzione sono stati realizzati due laboratori presso Centrale Fies, traendo ispirazione dalle metodologie dell'attivismo ecologista e dalle pratiche di arte pubblica partecipativa legata al territorio. In continuità con questa ricerca, il progetto prevede pure un'installazione, realizzata con sculture in bronzo ispirate ad elementi naturali che conservano la ritualità originaria, che rimarrà in mostra per tutta la durata del festival,.
Alle 20 e alle 21.45 in Turbina 1 tornerà in scena invece la grande poesia di Philippe Quesne e Vivarium Studio , con «La mélancolie des dragons» (80 minuti), spettacolo realizzato con il supporto della Région Île-de-France e del Centre National du Théâtre nell'ambito della stagione artistica realizzata su iniziativa dell'ambasciata di Francia in Italia, e con il sostegno dell'Institut français e del ministère de la culture et de la communication, della Commissione europea e del Miur. Inusuale e inquietante, il lavoro di Quesne si incentrerà sulla storia di una band black metal rimasta bloccata nella neve, in una vecchia Cintroen AX, durante il viaggio verso il locale dove avrebbe dovuto suonare, ma nel quale non arriverà mai. In questa realtà ovattata, cani e dragoni incontreranno la loro Biancaneve, una passante che casualmente diventerà il pubblico dei rocker, e metteranno in piedi per lei un parco divertimenti minimalista. «Malinconia» non sarà quindi solo malessere, ma condurrà a fervidi immaginari, dove l'autore giocherà con il principio dell'effetto domino: l'ultima scena di uno spettacolo diventerà la prima di quello successivo.
Dalle 21 alle 24 alle Terme sarà Mara Oscar Cassiani a portare il suo «Ed3n Temple» , una performance che cattura l'attenzione sull'esperienza di benessere della Spa, ideale Eden terrestre calato nella vita reale dal quale partire per un viaggio interiore. Nella piéce, l'autrice creerà un ecosistema multisensoriale composto da oggetti rituali, frasi motivazionali e mantra che aspirano all'armonia dell'uomo contemporaneo e alla liquefazione del corpo. invitando lo spettatore a intraprendere un pellegrinaggio mistico ed introspettivo dentro se stesso.
Infine «Riding on a cloud» (65 minuti) di Rabih Mroué , alle 23 in Turbina 2 , in cui il regista inviterà il fratello Yasser a recitare il ruolo di un personaggio che gli assomiglia. Ferito durante la guerra civile libanese, Yasser ha perso la capacità di usare le parole e ha cominciato così a girare video che si fondono con i suoi ricordi, raccontati sul palco fino a formare un quadro soggettivo e personale degli sviluppi politici in Libano: «Riding on a cloud» descrive infatti anche la fragile costruzione di una biografia, che emerge tra realtà politica, ricordi, fatti e finzione.