Chick Corea in Primiero «Cerco idee fra i monti»
Quello con una delle leggende del jazz come Chick Corea è senza dubbio uno degli eventi più attesi di questa edizione dei Suoni delle Dolomiti. Il grande jazzista americano, classe 1941, vincitore di ben 22 Grammy Award sarà in concerto domani, mercoledì, a Villa Welsperg in Primiero. Al suo fianco Béla Fleck, virtuoso del banjo, con il quale Corea si propone in tour in questa estate dopo aver registrato l'album Two come racconta in questa intervista.
Mr.Corea: com'è nato questo progetto accanto a Béla Fleck?
Ci conosciamo dagli anni Ottanta. Io andavo ad ascoltare i suoi concerti e lui veniva ai miei. Poi un giorno Bèla Fleck mi ha invitato a suonare in un suo disco e da lì è nata la nostra collaborazione che si è cementata poi in una grande amicizia. Sono anni che suoniamo insieme ma questa volta la motivazione è stata molto più forte del solito perché nel nostro ultimo disco in coppia, Two, uscito nel 2015 avevamo lasciato tanti discorsi aperti. Discorsi che ora abbiamo deciso di approfondire con questo tour in Europa.
Il vostro è un intreccio fra blues e jazz: quali forme avrà allora il live sulle Dolomiti?
Cercheremo di comunicare al pubblico che ci stiamo divertendo. Al di là dei generi sarà un mettersi alla prova a vicenda esplorando nuove idee. Il materiale di base per le nostre improvvisazioni sarà fatto dai brani del disco Two, ma ogni nostro concerto è diverso. Il contesto è importante.
Approposito di contesto: in Trentino suonerete in alta quota, immersi nel verde.
Sono molto curioso e affascinato di poter suonare in un luogo ameno come quello in cui si terrà il nostro set. Spero che un luogo così particolare mi ispiri qualche nuova idea.
Cosa la diverte di più dei live?
La comunicazione, la leggerezza, la simpatia. Per me è fondamentale il rapporto col pubblico. Per questo ai miei concerti di piano solo, quando mi esibisco in luoghi chiusi, voglio le luci in sala accese. Un problema che non avrò nel verde delle Dolomiti.
Lei ha sempre spaziato fra i generi, dall'avanguardia alla classica: c'è ancora qualcosa da scoprire nalla musica jazz?
I cambiamenti culturali sono costanti e lo stesso nome che viene dato ai generi musicali cambia di significato ogni anno. Accade perché esiste ancora una forte componente creativa nella nostra arte. Sono sempre stato attratto dalla creatività e curioso della altrui. Mi affascina la capacità di adattarsi al momento, di capirlo e di trarne ispirazione. Anche se gli elementi essenziali della musica non cambieranno mai, quando l'impulso creativo viene messo all'opera nascerà sempre qualche cosa di nuovo. Questo è ciò che secondo me mantiene in vita la musica e il jazz; nuove combinazioni e strade per raggiungere l'anima del pubblico.
A quali progetti sta lavorando in questo 2017?
Dopo i concerti con Béla Fleck a novembre sarò in tour con Steve Gadd e saremo anche in Italia.