«Ho sempre cercato la libertà» Niccolò Fabi in concerto a Merano
Non ama le celebrazioni Niccolò Fabi , figuriamoci le autocelebrazioni. Ma vent'anni di musica e canzoni sono comunque un'occasione importante da condividere anche con chi lo ha fatto diventare uno dei più amati cantautori italiani. L'artista romano, che si racconta in questa intervista, tornerà ad esibirsi in regione con il live in programma il 3 agosto ai Giardini di Castel Trauttmansdorff di Merano .
Fabi, da dove nasce l'esigenza di «raccogliere» questi primi vent'anni di musica e raccontarli?
È stata una cosa spontanea, non meditata. Di sicuro non c'era dentro di me un desiderio «celebrativo», perché non mi piace questa parola e quello che ci sta dietro. Però è anche vero che questi vent'anni sono stati intensi, pieni di emozioni e di cose, vent'anni di vita e di musica. Un percorso che è andato sempre verso il mio «star bene» e che è migliorato nel tempo grazie alle scelte che ho fatto.
Lei era partito da canzoni come «Dica» e «Capelli», portata a Sanremo nel 1997.
Tutto è iniziato in maniera «spettacolare» con i due Festival di Sanremo, il secondo con «Lasciarsi un giorno a Roma». Poi ho trovato un'altra direzione più vicina al mio sentire e alla mia natura. Gradualmente ho fatto dei passi indietro sul fronte mediatico e radiotelevisivo scoprendo poco a poco un'altra dimensione che mi ha permesso di trovare l'affetto, la vicinanza e la stima delle persone. Il mio ultimo album di inediti «Una somma di piccole cose» mi ha dato grandissime soddisfazioni e penso che questo ventennale capiti proprio nel momento più felice da quando ho cominciato.
Vent'anni appunto pieni di canzoni: come ha pensato la scaletta del tour?
La scelta è andata nella direzione delle canzoni che in questo momento rappresentano una storia sensata e omogenea, una fotografia di quello che sono stato e che sono oggi come musicista. In scaletta ci sono anche alcuni brani che non eseguivo da tempo.
Riavvolgendo il nastro: cosa le manca di più del Fabi di vent'anni fa?
Quando hai venti, trent'anni hai un forte senso di futuro, di prospettiva e una maggiore incoscienza nei riguardi della vita. Questa prospettiva cambia con il tempo, ma devo anche dire che non cambierei mai il mio presente di uomo e di artista con il mio passato.
Sta già pensando a un nuovo album?
Con la raccolta «Diventi Inventi» reputo conclusa una fase del mio percorso di musicista. Non credo, sinceramente, di poter andare oltre su questa forma canzone. Mi prenderò quindi una bella pausa per raccogliere idee e proseguire in discontinuità con l'oggi, qualcosa che mi permetta di sperimentare e di essere musicista in maniera diversa. In questa prospettiva non mi pongo nessun tipo di tempistica e voglio lavorare con la massima libertà.
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