L’evento “E intanto si suona” chiude a Malga Costa I Suoni delle Dolomiti
L’evento conclusivo del festival I Suoni delle Dolomiti “E intanto si suona” in programma oggi, 31 agosto ad ArteSella, Malga Costa in Val di Sella, viene anticipato alle ore 14.30 causa la variabilità delle condizioni meteo previste. Va tuttavia precisato che tutti biglietti disponibili sono stati venduti. In caso di peggioramenti meteo nel corso della mattinata il concerto avrà luogo alle 21.00 all'Auditorium del Polo Scolastico di Borgo Valsugana. Anche per questa sede i posti disponibili sono esauriti.
“E intanto si suona”, ideato da Mario Brunello e Alessandro Baricco. Parole e musiche sui temi della guerra e della pace affidate ad artisti come Neri Marcorè, Marco Rizzi, Regis Bringolf, Danilo Rossi, Mario Brunello, Florian Berner, Gabriele Raggianti, Ivano Battiston, Signum Saxophone Quartet. Saranno eseguite partiture inedite di Giovanni Sollima - Diaspora - scritta appositamente per questo progetto e di Malek Jandali - String Quartet No 1 - quest’ultima una prima europea
Nella cornice della Val di Sella si ritroverà il ricordo degli eventi drammatici di un secolo fa - siamo al centenario della conclusione della Prima guerra mondiale – e l'ancora di salvezza che la musica ha potuto offrire ad alcuni dei soldati travolti dalla tragedia. Almeno a uno di loro, Alessandro Silvestri, perché attorno ai suoi diari e al suo amore per la musica, cercata al di là del fragore della battaglia, è nata l'idea di questo progetto speciale.
Ad averla il musicista Mario Brunello, da sempre attento e sensibile al rapporto tra suono e natura, e Alessandro Baricco, scrittore amato per libri come “Novecento”, “Castelli di rabbia” o “Oceano mare”, regista e fondatore della Scuola di scrittura Holden di Torino. Parole e musiche convivono in “E intanto si suona”, una sorta di racconto corale e orchestrale che affronta il tema della musica, della guerra e della pace, e che narra come la musica sia stata e sia ancora una forma di resistenza e una promessa di pace. Lo spunto per quello che si presenta come un vero e proprio viaggio nel Secolo breve dall'inizio del Novecento fino ai giorni nostri sono – come accennato sopra – le parole del soldato, Alessandro Silvestri. Parole affidate a diari, cinque in tutto, segnati da una calligrafia fitta, scritti a matita che aveva spedito a casa mentre era al fronte, tutti eccetto il quinto, che aveva riportato con sé quando era ritornato dal campo di prigionia di Belgrado. La musica è per lui ancora di salvezza nella bestialità della guerra e qui diventa occasione per seguire vicende personali, per muoversi tra parole e suoni e per tornare, o meglio andare, là dove la parola guerra non è un semplice ricordo ma è ancora drammatica realtà dove la musica si confonde con il rumore assordante di spari ed esplosioni. Lo sapevate che suoni (e quindi musica) e proiettili si muovono alla stessa velocità?
A rendere possibile tutto questo un incredibile gruppo di famosi artisti come Neri Marcorè, Marco Rizzi, Regis Bringolf, Danilo Rossi, Mario Brunello, Florian Berner, Gabriele Raggianti, Ivano Battiston, Signum Saxophone Quartet.
Si cimentano con musiche straordinarie e inedite come quella di Giovanni Sollima e composta per questo progetto dal titolo Diaspora per violoncello, fisarmonica, contrabbasso, quartetto di sax e quartetto d'archi (composizione originale) e con una prima europea come String Quartet No 1 "On behalf of the Syrian children who are asking the world for peace" firmata da Malek Jandali, il pianista e compositore di origine siriana che ha fondato Pianos for Peace, organizzazione che cerca di costruire fondamenta per la pace attraverso la musica e l'istruzione.
A completare la proposta musicale anche il brano “4our" per quartetto di sassofoni di Arshia Samsaminia. La parte testuale del progetto è di Eleonora Sottili e Emiliano Poddi per la Scuola Holden.