Lady Gaga attrice: è nata una stella
Per la quarta volta, il grande schermo ci ripropone la storia musicale di A Star is born (nelle precedenti versioni in italiano «È nata una stella»). Dopo l’esordio teatrale del 1934 per la regia di Cuckor, le pellicole sono state interpretate da icone pop quali Janet Gaynor (1937), Judy Garland (1954) e Barbra Streisand (1976). Se icona chiama icona, Bradley Cooper, al suo esordio alla regia, ci ha visto giusto nel cucire questo nuovo adattamento attorno alla figura di Lady Gaga (foto).
Come la giovane Gaga, la sconosciuta protagonista non canta in un night, ma in un bar gay circondata da drag queen (contentino al pubblico di Gaga); è solo il primo tassello di un’operazione cinematografica studiata a tavolino e molto ben calibrata, impreziosita da un’ottima chimica fra i due interpreti e da una bella colonna sonora (fra cui la splendida «Shallow»). Non tutto è perfetto, ci sono lungaggini e momenti di noia nella seconda parte, specie nelle inutili deviazioni psicanalitiche sul passato del protagonista maschile.
Il film è più autentico e funziona dove mostra l’ascesa della giovane star, mentre tira un po’ il freno dove avrebbe potuto essere più innovatore rispetto alle altre versioni. Se nei primi due film la cantante sconosciuta era un’ingenua e negli anni ‘70 la Streisand sentiva l’eco del femminismo, qui sarebbe stato interessante esplorare di più la psicologia della protagonista: è un’arrivista? Una moglie innamorata? E chi tradisce chi? Jackson è un rocker alcolizzato e debole, ma è anche un musicista vero, che non rinnegherebbe mai la musica rock per vendersi al pop, al gusto altrui, a un premio in più. Chi è l’artista? Chi è debole? Il film pone la questione ed è interessante, ma purtroppo non va fino in fondo, forse proprio perché Gaga non è solo un’interprete ma l’icona pop del decennio e con il mondo discografico ha avuto ed ha un rapporto molto conflittuale.