Michael Bublè si ritira
Due anni fa, nel novembre 2016, la rivelazione choc sui social: Michael Bublè annunciava che al figlio Noah di tre anni era stato diagnosticato un cancro al fegato e che avrebbe annullato tutti gli impegni professionali.
Ora il piccolo è guarito, ma il dramma della malattia ha cambiato per sempre la percezione della vita del crooner canadese, che in un’intervista al Daily Mail’s Weekend annuncia il ritiro definitivo dalle scene. Love, il nuovo lavoro in uscita il 16 novembre, anticipato solo pochi giorni fa dal singolo Love you anymore, sarà dunque l’album di addio.
«Questa è la mia ultima intervista, poi andrò in pensione», spiega Bublè, raccontando di aver pensato di morire quando ha scoperto la malattia del figlio. Lui e la moglie, la modella Luisana Lopilato, hanno affrontato insieme il calvario, sono diventati genitori anche di Elias, 2 anni, e Vida, nata appena due mesi fa. Ma l’esperienza, rivela, «mi ha fatto rimettere tutto in discussione, ha cambiato la mia percezione della vita» e adesso «non ho più il fegato per andare avanti».
«Non so neanche se riuscirò a terminare questa conversazione senza piangere. E non ho mai perso il controllo delle mie emozioni in pubblico», confessa Bublè nel colloquio. «Ho realizzato l’album perfetto e ora posso lasciare davvero al top della carriera».
Love uscirà fra poco più di un mese, il 16 novembre su etichetta Reprise Records. Il disco, che lo stesso artista canadese ha definito il suo «più romantico di sempre», raccoglie alcuni classici del repertorio americano, da When i Fall in Love a My Funny Valentine, da Unforgettable a I Only Have Eyes for You, oltre ad alcuni inediti. «Ho ricevuto molti doni dalla vita - aveva spiegato Bublè qualche giorno fa lanciando il disco - , uno di questi è la responsabilità di mantenere queste canzoni in vita per le generazioni future. E mi assumo questa responsabilità molto seriamente. Ho voluto creare una serie di brevi storie cinematografiche per ogni canzone che ho scelto, in modo da farle vivere individualmente. Sono orgoglioso del risultato».