Il Filmfestival della Montagna quest'anno è dedicato al Marocco, con tante chicche
Una montagna con il profilo di un volto, sulla cui vetta un uomo guarda al cielo. La metafora del nostro rapporto con la natura è tutta nel manifesto del 67° Trento Film Festival (firmato dall’artista catalano Javier Jaén) che dal 27 aprile al 5 maggio tornerà ad esplorare l’estremo, le culture e i popoli delle «terre alte», ma anche i deserti e montagne del Marocco, Paese ospite di questa edizione e, dopo la tempesta di fine 2018, le foreste minacciate da un clima in rapido mutamento.
È nel binomio «Montagne e culture» la pluralità delle voci del concorso cinematografico ancora una volta ricco: 650 i film, fra lunghi e corti, al vaglio della selezione e provenienti non solo dai Paesi alpini e dell’Occidente, ma anche dall’Iran, dall’Asia minore, dalle nazioni già ospiti del Festival. Non manca la verticalità (è «Alp&Ism» la più numerosa sezione) e torneranno i film storici restaurati, vedremo fiction e documentari non solo alpinistici ma con temi sociali, ambientali, umani.
Per seguire sul grande schermo la salita «Free Solo» di Alex Honnold, il documentario Premio Oscar sull’incredibile scalata a El Capitan, già in tour nelle sale, si spera in qualche cinema.
Già martedì prossimo, 5 marzo, si entrerà nello spirito della kermesse con la prima serata di Avvicinamenti, 7 film fra solidarietà, spiritualità, ricerca genetica e rivoluzioni tecnologiche con la montagna a fare da trait d’union. Fra gli appuntamenti in evidenza, il 13 marzo il documentario Genesis 2.0 tra Siberia, Cina e Corea del Sud: il sogno di clonare un mammut grazie ai progressi della genetica; il 27 marzo dal festival di Berlino il premiato Dafne, in cui la protagonista affetta da sindrome di Down riscopre il rapporto col padre facendo un trekking. Il 10 aprile Lou Von Salomé, biopic della scrittrice, psicologa e femminista girato in gran parte tra i paesaggi dell’Alto Adige.
Queste, per ora, le novità rese note, illustrate ieri a Trento dal presidente del festival Mauro Leveghi, dalla direttrice Luana Bisesti e dal responsabile del programma cinematografico, Sergio Fant, presenti gli assessori alla cultura dei Comuni di Trento e Bolzano, rispettivamente Corrado Bungaro e Juri Andriollo, e il presidente della Camera di Commercio di Trento Giovanni Bort.