Lo SputnikTour di Luca Carboni stasera all'Auditorium S.Chiara
"Il live che presento in questo tour parte con l'idea di raccontare il mio ultimo cd, "Sputnik", ma alla fine diventa una sorta di viaggio nel tempo che parte dalle atmosfere del nuovo disco per toccare i territori che ho esplorato in i 35 anni di musica fra momenti più rock e più intimi nelle loro forme". Con queste parole Luca Carboni ha anticipato ai nostri lettori le forme del concerto che lo vedrà protagonista questa sera venerdì 15 marzo all'Auditorium S. Chiara (ore 21, biglietti ancora disponibili). Cuore dello show del cantautore bolognese l'album "Sputnik" in cui si intrecciano alla perfezione il battito di un'elettronica morbida al pop d'autore che segna da sempre la dimensione musicale di Luca Carboni. Un live che punta a sorprende con uno show colorato, dove luci e laser emergono da un maxischermo digitale con le immagini raccontano e amplificano il lavoro musicale, fotografie della propria carriera si uniscono a quelle che hanno segnato la storia da sessant'anni fa ad oggi. Quando ha registrato "Sputnik" Carboni aveva voglia di far emergere la sua dimensione attuale di cantautore mettendo anche in luce in maniera più decisa che in passato le sue radici legate agli anni '80 di certo electropop e della new wave: "Il nostro presente - racconta Luca Carboni - è attraversato dall'elettronica ma le mie radici sono sempre state legate alla new wave e a gruppi fondamentali quali i Kraftwerk capaci di influenzare artisti come Davide Bowie. Queste influenze wave e post punk mi hanno segnato la mia gioventù e ogni tanto vengono alla luce. A pensarci anche il mio secondo album "Forever" si era nutrito di certi suoni pur calati nella realtà italiana".
L'artista emiliano e la sua band in questo show si trovano immersi a suonare dentro delle immagini che scorrono su due grandi lead wall: immagini che sono sempre al servizio dell'emotività della musica che suonano in quel momento. Fra le curiosità che circondano il presente di Luca Carboni proprio il significato di un titolo come "Sputnik" legato alle prime conquiste spaziali dell'umanità: "Io sono un ragazzo del 1962 e mi sono reso conto che la parola Sputnik, il nome del primo satellite lanciato dall'Unione Sovietica nel 1957, conteneva molta storia di che ha vissuto nell'epoca della guerra fredda quella che Lucio Dalla cantava con i versi "I russi i russi, gli americani", quella del mondo diviso da un muro. Nello stesso tempo è il primo satellite mandato nello spazio e di fatto il primo passo di una nuova era. Sputnik significa anche "compagno di viaggio" un termine che può essere consono anche ad un disco capace di accompagnarti per una parte della tua vita".