Stasera al teatro Sociale passioni al "Settimo cielo"

Per la rassegna “Altre Tendenze” del Centro S. Chiara oggi, 2 aprile, alle ore 20.30 al Teatro Sociale andrà in scena Settimo cielo, capolavoro del 1979 della drammaturga inglese Caryl Churchill, portato sul palco per la prima volta in Italia da Giorgina Pi, giovane e talentuosa regista romana.

Lo spettacolo, prodotto da Teatro di Roma – Teatro Nazionale – in collaborazione con Sardegna Teatro e Angelo Mai/Bluemotion – mette in scena un viaggio tra le politiche del sesso vissuto da un gruppo familiare, prima catapultato nell’Africa coloniale di fine Ottocento, poi nella Londra swinging della rivoluzione sessuale in piena ribellione punk anni Settanta.

Approda a Trento il talento della regista Giorgina Pi, alle prese con un testo forte e provocatorio, mai rappresentato in Italia, scritto da una delle più importanti penne del teatro mondiale: Caryl Churchill. La quarantenne regista romana, proveniente dalla realtà dell’Angelo Mai – spazio per le arti indipendente di Roma – porta in scena un testo punk, che porta a galla tematiche quali la famiglia, la società, le relazioni di potere, il corpo e la sua significazione. «“Settimo Cielo” è un’opera intensa, di decolonizzazione, che passa attraverso il teatro come strumento di rivolta», spiega Giorgina Pi. «La sola cosa data è la presenza dell’attore e dell’attrice, e la fisicità di queste vite per Caryl Churchill è impedenza all’infelicità e si nutre nell’intersezione delle loro differenze».

Settimo Cielo porta in scena una famiglia e il suo entourage: parenti, amici, conoscenti e amanti.

Nel primo atto Churchill decide di fare ricorso al “cross casting” (un uomo interpreta una donna e viceversa, un bianco un nero) ricreando un girotondo di adulteri commessi e fantasticati, un intreccio di passioni che nella pervasività di un artificio esibito mette in ridicolo l’ideologia patriarcale e imperiale che li anima. La molteplicità delle passioni si complica quando la presenza sulla scena di corpi maschili e femminili smentisce paradossalmente il carattere trasgressivo di rapporti omosessuali tra personaggi incarnati da interpreti di sesso diverso e problematizza quelli eterosessuali tra personaggi affidati a interpreti dello stesso sesso. Il cambiamento è la cifra del secondo atto, un cambiamento cercato attraverso la sperimentazione e l’interrogazione di sé, che coinvolge soggetti che nel primo atto erano socialmente repressi: donne e omosessuali. In una situazione in cui le concezioni di femminilità (e mascolinità) cominciano a non essere più rigidamente codificate, e sono diventate visibili, i personaggi si muovono incerti ma pronti a reinventarsi nelle relazioni.

«Il rapporto tra sesso e potere attraversa ancora i nostri giorni molto più di quello tra sesso ed espressione felice di sé – continua Giorgina Pi - e questo ci rende autori di quest’opera: del terzo atto, quello mai scritto. Questo testo è costruito su una vertigine: sociale, artistica, intima, storica, di cui resta oggi intatto lo slancio, la necessità di percorrere una battaglia anche camminando sul suo crinale».
“Settimo Cielo” ha debuttato nel febbraio dello scorso anno, in prima nazionale al Teatro India di Roma, facendo registrare due settimane di quasi tutto esaurito.

Biglietti alle casse del Teatro Auditorium e del Sociale, o www.primiallaprima.it.

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