Domani a Villazzano la prima di “Immagino tu sia già andato in buca” nuova produzione di EstroTeatro
Venerdì 19, alle 20.45, debutta al teatro di Villazzano, nel percorso della stagione Residenze, lo spettacolo "Immagino tu sia già andato in buca" diretto da Nicola Piffer.
In scena, con il testo di Irvine Welsh ci saranno Lorenzo Marchi, Federico Scarpinato, Angelique Romanelli, Emanuele Borga con l’aggiunta del supporto musicale di Sebastiano Cecchini.
Come spiegano le note che accompagnano lo spettacolo il regista Nicola Piffer ha scovato e riadattato un testo come sempre crudo e poco elegante di Irvine Welsh con quattro giovani in scena per raccontare la violenza e la disperazione di un intreccio tra poveri cristi. Per Villazzano Immagino tu sia già andato in buca è un ennesimo passaggio nel progetto che mette a disposizione spazi ed energie a chi vuol sperimentare un teatro che non si riduce al solo giorno dello spettacolo. Le residenze permettono di costruire la proposta al teatro di Villazzano, vivendo tutte le fasi che vanno dall’allestimento alla messa in scena in una proficua dimensione di confronto e di scambio con chi il teatro lo gestisce e frequenta.
La storia? Storia di violenza. L’ambiente? Quello disperato dei diseredati protagonisti di malvivenze. Un rapimento tra poveri cristi che hanno pendenze da saldare in quell’Edimburgo che nelle pagine di Welsh è territorio per nulla bucolico e per nulla poetico. Una vicenda a quattro nella quale la vendetta si mischia a qualche forma malata d’innamoramento per una piece dal ritmo incalzante ma poco rassicurante. “Certo – spiega Piffer – la scommessa è forte. Con Welsh non si scherza e portare la violenza sul palco non è mai semplice. Ma è stato proprio questo aspetto ad interessarmi. Il testo offre l’occasione di riflettere sulla violenza ma anche sulle possibilità di redenzione”. Come dire che dello spettacolo la trama è sì importante ma è molto più importante il tratteggio dei caratteri scomodi dei personaggi, i loro ingorghi interiori, le crisi, il baratro umano ma anche la debole luce di qualche speranza.