Profughi, ecco il docufilm «Paese nostro» che racconta l'Italia dell'accoglienza «Prodotto dal ministero e mai distribuito»

Proposta cinematografica pe raccontare l'Italia dell'accoglienza, domani sera, venerdì 17 maggio, a Trento: sarà proiettato "Paese nostro. Il film che avremmo voluto mostrarvi", un'opera di Michele Aiello, Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, Sara Zavarise


La proiezione è prevista all'aperto presso l'area al Bersaglio a Piedicastello (a pochi passi dal centro sociale Bruno, dove in caso di maltempo, sarà trasferita la proiezione).

Interverranno anche il regista e coautore del documentario, Michele Aiello, giornalista, e Corrado Consoli, Roar Trentino (Rete operatori/operatrici accoglienza resistenti)


«Un film collettivo - si legge nella presentazione - sull’Italia dell’accoglienza diffusa, realizzato dagli autori di ZaLab nel 2016, prodotto dal ministero degli interni ma mai distribuito.

È costituito da sei cortometraggi e ritrae sei operatori sociali impegnati a diverso titolo e in diverse regioni italiane nei progetti SPRAR.

Il lavoro degli operatori sociali coinvolti nell’accoglienza, i loro sacrifici, le loro difficoltà, i loro dubbi, la loro quotidiana sfida per la costruzione di una società più aperta e democratica sono al centro del film.

Gli autori hanno deciso che non era più possibile attendere l'uscita e hanno scelto di distribuirlo gratuitamente.

La proiezione del documentario è parte della campagna "Bruno non si caccia": lo schermo sarà allestito nell'area rigenerata dal laboratorio sociale officina Piedicastello.


In Italia esiste un mondo che sta aiutando la crescita del Paese; quello degli operatori e mediatori dei progetti di accoglienza della rete SPRAR, un sistema pubblico basato sulla sinergia tra Comuni, Ministero degli Interni e associazioni. Paese Nostro racconta questo mondo, seguendo le vite, i pensieri, i sogni, le fatiche di chi ogni giorno lavora nella costruzione di un futuro complesso e necessario.

L’idea è stata proposta nel 2016 ad un bando del fondo FAMI gestito dal Ministero degli Interni. Il bando è stato vinto e il film è stato fatto. Poi però non è mai uscito, perché il Ministero, proprietario dei diritti del film, l’ha chiuso in un cassetto. Sia con Marco Minniti Ministro, sia ora con Matteo Salvini.

Ci sembra un grande errore tenere nascosto il racconto di questa Italia, ancora più oggi che sta subendo misure e voci di isolamento e segregazione».

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