Mostra del Cinema di Venezia fra Polanski e tante donne ecco tutti i film in gara e fuori

Donne in tutte le declinazioni, ma anche rivisitazione storica e cinema del reale, queste le tre anime, almeno secondo Alberto Barbera, di questa 76/ma edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica (28 agosto - 9 settembre) presentata oggi a Roma dal direttore artistico insieme a Paolo Baratta presidente della Biennale di Venezia.

Tre i film in corsa per l’Italia: MARTIN EDEN di Pietro Marcello con Luca Marinelli; LA MAFIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA di Franco Maresco e IL SINDACO DI RIONE SANITÀ di Mario Martone (che torna in concorso solo un anno dopo
CAPRI - REVOLUTION).

Effetto «timing» anche quest’anno sulla presenza del cinema nord americano al Lido (un vantaggio di Venezia su Cannes che a maggio trova pochi lungometraggi pronti per la sala), che fa sì ci siano, proprio come l’anno scorso, ben 5 film, sui 21 in concorso, con relative potenziali star sul tappeto rosso.

Un quintetto così composto: MARRIAGE STORY di Noha Baumbach con Scarlett Johansson, Adam Driver e Laura Dern; GUEST OF HONOUR del canadese Atom Egoyan; AD ASTRA di James Gray con Brad Pitt, Tommy Lee Jones e Donald Sutherland; JOKER di Todd Philliphs con Joaquin Phoenix e Robert De Niro e THE LAUNDROMAT di Steven Soderbergh con Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas e Sharon Stone.

Tornando al concorso, il tema del femminile compare in più di un film. È il caso di THE PERFECT CANDIDATE di Haifa Al-Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita, con la storia di una giovane donna con ambizioni politiche che a un certo punto si candida alla carica di sindaco («un film che indaga con intelligenza sulla condizione femminile nel paese di Haifa Al-Mansour» dice Barbera); c’è poi EMA di Pablo Larrain («un diario incendiario, e non solo metaforicamente, di una donna») con Bernal nei panni di un coreografo di una compagnia di danza e Mariana Di Girolamo la moglie, in quelli di un’insegnante scolastica e, infine, MARRIAGE STORY di Noah Baumbach con Scarlett Johansson e Adam Driver, coppia problematica di genitori alle prese con il divorzio tra New York e Los Angeles.

Sul fronte invece «rivisitazione storica» e «cinema del reale» al primo posto c’è, in concorso, l’atteso J’ACCUSE di Roman Polanski («al meglio delle sua bravura in questo film», dice Barbera) con una nuova lettura di uno dei casi più analizzati della storia di inizi Novecento, quel caso Dreyfus scoppiato in Francia sul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906- E questo a seguito dell’accusa di tradimento e intelligenza con la Germania mossa al capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus. Nella produzione del film, con protagonista Jean Dujardin, anche Luca Barbareschi.

Ancora sul tema storico c’è poi il film di Soderbergh THE LAUNDROMAT, meticolosa ricostruzione storica dello scandalo dei Panama Papers. Una mega produzione Netflix con un cast all star composto da Meryl Streep, Antonio Banderas e Gary Oldman.

La vocazione del festival di Venezia, tra film di nicchia e mainstream, si rinnova tutta anche quest’anno. Troviamo in questo senso film come AD ASTRA, film di James Gray con Brad Pitt che si pone al seguito di altri titoli «spaziali» veneziani, da GRAVITY a THE FIRST MAN, e c’è poi quel JOKER di Todd Philips con Joaquin Phoenix nel ruolo di quella maschera nemica per eccellenza e questo in una storia «ultra-dark», come l’ha definita Barbera.

Nel cartellone due assenze: «The Irishman» di Martin Scorsese («è un sogno che tutti abbiamo accarezzato ma non è pronto - dice Barbera - gli effetti speciali per ringiovanire Robert De Niro hanno richiesto più tempo e ora l’uscita è slittata a novembre) e «A rainy day in New York» di Woody Allen («lo avrei voluto ma hanno preferito un’uscita senza i clamori di un festival»).


 

Ecco i film in gara nella sezione Orizzonti della 76/ma Mostra del cinema di Venezia (28 agosto - 7 settembre 2019), presentata questa mattina a Venezia:

PELIKANBLUT (PELICAN BLOOD) di KATRIN GEBBE (Germania, Bulgaria)

FILM DI APERTURA - ZUMIRIKI di OSKAR ALEGRIA (Spagna)

BIK ENEICH - UN FILS di MEHDI M. BARSAOUI (Tunisia, Francia, Libano, Qatar)

BLANCO EN BLANCO di THÈO COURT (Spagna, Cile, Francia, Germania)

MES JOURS DE GLOIRE di ANTOINE DE BARY (Francia)

NEVIA di NUNZIA DE STEFANO (Italia)

MOFFIE di OLIVER HERMANUS (Sud Africa, UK)

HAVA, MARYAM, AYESHA di SAHRAA KARIMI (Afghanistan)

RIALTO di PETER MACKIE BURNS (Irlanda, UK)

BOROTMOKMEDI (THE CRIMINAL MAN) di DMITRY MAMULIYA (Georgia, Russia)

REVENIR di JESSICA PALUD (Francia)

GIANTS BEING LONELY di GREAR PATTERSON (USA)

QIQIU (BALLOON) di PEMA TSEDEN (Cina)

VERDICT di RAYMUND RIBAY GUTIERREZ (Filippine, Francia)

METRI SHESHO NIM (JUST 6.5) di SAEED ROUSTAEE (Iran)

CHOLA (SHADOW OF WATER) di SASIDHARAN SANAL KUMAR (India)

SOLE di CARLO SIRONI (Italia, Polonia)

MADRE di RODRIGO SOROGOYEN (Spagna, Francia)

ATLANTIS di VALENTYN VASYANOVYCH (Ucraina).

Poi c’è un Fuori concorso monstre alla 76/ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto - 7 settembre 2019) presentata stamani a Roma tra donne, culto della personalità, eros e musica dei Pink Floyd.
Non si può dire che manchi nulla tra i 24 titoli proposti.

A parte l’onda lunga dei film italiani presenti - ovvero, THE BURNT ORANGE HERESY di Giuseppe Capotondi, VIVERE di Francesca Archibugi, TUTTO IL MIO FOLLE AMORE di Gabriele Salvatores, I
DIARI DI ANGELA - NOI DUE CINEASTI di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, CITIZEN ROSI di Didi Gnocchi e Carolina Rosi, IL
PIANETA IN MARE di Andrea Segre, ZEROZEROZERO di Stefano Sollima, THE NEW POPE di Paolo Sorrentino - da segnalare almeno quattro film: WOMAN, ROGER WATERS US + THEM, IRREVERSIBLE - INVERSION INTEGRALE e ADULTS IN THE ROOM.

Intanto, WOMAN di Yann Arthus-Bertrand e Anastasia Mikova, ovvero 50 paesi e 2000 interviste a donne per raccontare le loro vite così diverse modellate dalla loro fede, storia familiare ed, ovviamente, esperienze personali. Dal solo Yann Arthus-Bertrand era già arrivato, con lo stesso format, HUMAN selezionato, sempre fuori concorso, quattro anni fa al Lido.

ROGER WATERS. US + THEM, con la presenza annunciata del musicista al Lido, sarà sicuramente uno degli eventi più attesi di questa edizione per la regola non scritta, ma altrettanto vera, che una star del rock mette in genere in ombra qualsiasi star del cinema. Il film realizzato da Sean Evans e Roger Waters segue il suo ultimo tour. Nel corso degli ultimi due anni, va detto, Waters ha suonato per un totale di 156 concerti davanti a 2,3 milioni di persone, viaggiando attraverso Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Europa, Russia, America Latina e Messico. «Roger Waters. Us + Them» sarà al cinema solo il 7, 8 e 9 ottobre con in scaletta i brani tratti dagli album dei Pink Floyd (The Dark Side of the Moon, The Wall, Animals, Wish You Were Here) e canzoni tratte dal nuovo album di Roger Waters, «Is This The Life We Really Want?».

ADULTS IN THE ROOM di Costa Gavras, al suo 19mo film, mostra ancora tutta l’anima politica del regista nel trattare le memorie di Yanis Varoufakis durante le critiche trattative sul debito greco negli incontri dell’Eurogruppo 2015. Tratto appunto da un libro di Varoufakis, il film racconta le esperienze durante il suo mandato di sei mesi come ministro delle finanze greco nel 2015, un anno particolarmente turbolento.
Gavras ha descritto questo lavoro come «un’antica tragedia greca ambientata nei tempi moderni». E ancora il regista: «Questa è la storia di un paese e della sua gente, intrappolata in una rete di potere, ovvero il circolo vizioso degli incontri dell’Eurogruppo che ha imposto la dittatura di austerità sulla Grecia».

Lo scandalo di IRREVERSIBLE - INVERSION INTEGRALE di Gaspar Noè si rinnova dopo quello di Cannes 2002, dove appunto IRREVERSIBLE, interpretato da Vincent Cassel e Monica Bellucci aveva acceso le micce. Questa volta Noè mette le mani a questo film, con al centro la violenza in un sottopassaggio della nostra Bellucci, rimontando in senso cronologico il lungometraggio e l’effetto scandalo risulta ancora più forte, parola di Alberto Barbera.

Infine, questi i titoli della sezione «Sconfini»;

CHIARA FERRAGNI - UNPOSTED di ELISA AMORUSO Italia

LES ÈPOUVANTAILS di NOURI BOUZID (Tunisia, Marocco, Lussemburgo)

IL VARCO di FEDERICO FERRONE, MICHELE MANZOLINI (Italia)

EFFETTO DOMINO di ALESSANDRO ROSSETTO (Italia)

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