La politica al Lido si fa in cinque
Soderbergh e Polanski, come teste di serie, e Guedes, Al-Mansour e Assayas.
Si potrebbe ripartire così, per comodità e al di là del valore effettivo delle opere, il quintetto di film politici che approdano quest’anno al Lido in concorso (28 agosto - 7 settembre).
Ed esattamente: THE LAUNDROMAT di Steven Soderbergh sullo scandalo dei Panama Papers; J’ACCUSE di Roman Polanski ovvero una sorta di archetipo dell’antisemitismo; A HERDADE di Tiago Guedes che ci porta nel Portogallo degli anni ‘40; THE PERFECT CANDIDATE di Haifaa Al-Mansour, storia di una ribellione al femminile firmata dalla prima regista dell’Arabia Saudita e, infine, WASP NETWORK di Olivier Assayas sui gruppi anticastristi in Florida anni Novanta.
THE LAUNDROMAT di Steven Soderbergh racconta di uno scandalo forse già dimenticato, quello dei Panama Papers. Ovvero la raccolta di oltre undici milioni di documenti dello studio legale di Panama Mossack Fonseca con informazioni dettagliate su oltre 214.000 società offshore, fatta arrivare nel 2015 prima al Sueddeutsche Zeitung e poi al Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi. Tutti documenti che dimostravano come dagli anni 70 al 2015 capi di governo, politici e potenti del mondo avessero indebitamente nascosto le proprie ricchezze spostandole nel paradiso fiscale di Panama.
Per THE LAUNDROMAT, commedia in salsa politica, è megacast. Meryl Streep è una neo- vedova vittima di una frode assicurativa che insegue i due soci in affari Gary Oldman e Antonio Banderas, i quali strumentalizzano il sistema finanziario mondiale.
J’ACCUSE di Roman Polanski con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner e Grègory Gadebois ci porta indietro nel tempo a quel 5 gennaio 1895 quando il capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus venne accusato di aver agito come spia per la Germania e condannato all’ergastolo sull’isola del Diavolo. Quanto pesò allora l’antisemitismo su questa ingiusta condanna? Su questa vicenda c’è un’enorme letteratura non ultimo, ovviamente, il ‘J’accusè di Èmile Zola, editoriale in forma di lettera aperta al presidente della Repubblica francese Fèlix Faure, e pubblicato il 13 gennaio 1898 dal giornale socialista L’Aurore.
In A HERDADE del portoghese Tiago Guedes invece il racconto di una famiglia che possiede una delle più grandi tenute d’Europa sulla riva sud del fiume Tagus. Attraverso la storia della loro fattoria, si rappresenta la vita politica, economica e sociale del Portogallo dagli anni ‘40, dalla rivoluzione dei garofani fino ai giorni nostri.
THE PERFECT CANDIDATE di Haifaa Al-Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita, ha come protagonista Maryam, giovane e determinata dottoressa saudita, pronta per una vacanza a Dubai, che viene fermata ai controlli dell’aeroporto di Riad perchè il permesso rilasciato dal padre, suo tutore maschile come vuole la legge, non è stato rinnovato. La ragazza decide allora di combattere le norme sociali, la segregazione di genere e le credenze della sua famiglia buttandosi in politica.
Infine, WASP NETWORK di Olivier Assayas con Penèlope Cruz e Gael Garcia Bernal. Anni ‘90, i gruppi anticastristi in Florida tentano con ogni mezzo di rovesciare il regime cubano, ma i cubani non stanno a guardare e rispondono creando il Wasp Network, un gruppo di spie con il compito di infiltrarsi e boicottarli. Cinque di loro, però, saranno arrestati e processati dagli americani