Branduardi gratis in Trentino: sabato il concerto a Fai «Intimo e dedicato agli alberi»
Un live «intimo» e coinvolgente durante il quale si potrà vivere quel suono rarefatto che conduce l’ascoltatore nella sfera spirituale della musica.
È quello a cui si potrà assistere sabato 14 settembre, alle 21 con ingresso libero, al Fun Park di Fai della Paganella con Angelo Branduardi nello spettacolo Camminando camminando nell’ambito della seconda edizione del Festival «Orme» dedicato al camminare e alla scoperta della natura a passo lento. Ne abbiamo parlato con il menestrello dalla musica italiana che annuncia l’uscita imminente del suo «disco più importante».
Branduardi, il suo ritorno in Trentino è nel segno del progetto «Orme» legato alla natura: che effetto le fa?
«Mi emoziona sempre poter suonare in una dimensione come quella che si intreccia con il verde e gli ampi spazi aperti come accadrà per questo festival così particolare. Io ho musicato il più grande amante della natura che ci sia mai stato, San Francesco d’Assisi, secondo il quale la natura e l’assoluto cantano una canzone infinita e circolare. Nel momento in cui questa viene interrotta per un qualsiasi motivo si spezza l’armonia del creato con pesanti conseguenze, come quelle che stiamo vivendo in questo momento nel nostro povero pianeta. Se penso alla natura mi viene in mente anche la foresta di Paneveggio fatta di quegli abeti rossi, con i quali si sono fatti violini per centinaia d’anni, ed ora così provati dalla terribile tempesta Vaia».
Orme ideali come quelle del suo viaggio live che pare non finire mai sotto la sigla di «Camminando camminando»?
«Quello di “Camminando camminando” è una sorta di viaggio ad libitum che dura da tempo e che mi diverte intraprendere. Lo scorso anno è sceso dal mio palco l’amico e collaboratore di lunga data Maurizio Fabrizio e al suo posto accanto a me ora c’è Fabio Valdemarin. Mi piace definire Fabio come un “musicista in fuga” pendolare tra l’Italia e l’America, pianista di formazione classica con tendenza alle divagazioni pop e jazz. Lui è un polistrumentista, compositore ed arrangiatore e la collaborazione con lui per me è molto stimolante».
Una presenza che si riflette anche sulla scaletta?
«Sì, insieme a lui mi piace reinventare i brani che proponiamo alla ricerca del nucleo essenziale e rimontandoli con nuove soluzioni. Sarà un concerto dalle forme acustiche alla ricerca delle emozioni più profonde e della immediata comunicazione tra musicista e pubblico attraverso i classici del mio repertorio e brani magari meno noti. Io mi sono sempre sentito un artista di nicchia ma parecchie volte per motivi anche a me poco chiari sono entrato nel mainstream con dei successi che resistono ancor oggi e che mi diverto a suonare».
Lasciando per un attimo le sette note, cosa pensa del ribaltone politico?
«Non amo parlare di politica ma in questo caso dico solo che auguro a questo governo una vita il più possibile lunga e felice».
Che progetti ha per il futuro?
«Il 4 ottobre uscirà il mio nuovo disco “Il cammino dell’anima”. Un progetto che si lega alla traduzione e alla rielaborazione della musica e delle parole composte nell’anno mille da Hildegard von Bingen, benedettina, compositrice e naturalista tedesca. Lei era una sorta di marziana per quell’epoca, una figura incredibile che è stata anche l’idolo delle femministe negli anni ’70. Una mistica che aveva anche delle visioni raccontate anche attraverso una musica bellissima che insieme a Fabio Valdemarin abbiamo provato a materializzare in questo lavoro. Credo che questo album sia davvero la perla della mia carriera».