Contrabbandieri di Musica: canzoni ed emozioni a Sanbàpolis per ricordare Goran Kuzminac
<Ecco il mio unico testamento: mordete la vita prima che lei vi morda. Riassumere una vita intera con le cose davvero importanti. Aver avuto delle figlie e aver goduto della felicità dal profondo. Certamente anche la musica e la libertà. Ma alla fine mi accorgo che quello che importa realmente è il valore di ogni singolo attimo>. In queste toccanti parole di Goran Kuzminac legate al video di “Mordi la vita”, realizzato dal cantautore negli ultimi mesi della sua malattia, c’è tutta l’anima dell’evento di venerdì “Contrabbandieri di Musica. Tributo a Goran Kuzminac”.
Oltre trecento, ovvero tutti i posti disponibili per l’occasione, gli spettatori accorsi al Teatro Sanbàpolis per il concerto promosso dall’Associazione culturale “Stella del Nord”, che vede in prima fila l’impegno di Donatella Tovazzi, Patrizia Cheluci e di Nicola Degaudenz, con la partecipazione di artisti che hanno collaborato negli anni con Kuzminac, da Glauco Di Sabatino, Vincenzo Irelli e Lincoln Veronese a Marcello Manuli e Manuel Smaniotto, uniti sotto la sigla di “Goran Band”, e di alcuni musicisti trentini.
Due ore di spettacolo condotte da Nicola Degaudenz, aperte dalle note strumentali di “Replay” con la chitarra di Lincoln Veronese, in cui è stato raccontato attraverso la forza evocativa delle sue canzoni, il percorso di un cantautore atipico capace di costruire il suo cammino di uomo e d’artista senza mai scendere a quei compromessi che, magari, in alcuni frangenti, lo avrebbero reso ben più visibile. Il concertone ha messo in fila brani come “Il respiro degli amanti”, “Stella del Nord” in una delicata versione unplugged, accanto a “Come neve il tempo” e “Le ragazze di domani” impreziosite dalla voce di Gisella Ferrarin.
Al cantautore trentino Alberto Beltrami, amico di Goran sin dall’infanzia e accompagnato dal violino di Corrado Bungaro, il compito di suonare “Ehi, ci stai?” uno dei classici del cantautore di origini slave, mentre la coppia formata da Muaro Trentini e Lincoln Veronese ha proposto “Oltre le parole” e “Tempo” entrambe attraversate da vibrazioni rock acustiche.
Le note sono state anche quelle di Matteo Lorenzoni, con “Primo di Sequals”, del Nano con “Ninna nanna per zia Adelina” in un’ispirata versione elettronica e di “Torno a casa” e “Il barone rosso” cantate da Anansi. A prendere la scena quindi un fuoriclasse della chitarra come Andrea Braido che, dopo gli accordi di “Freight Train, ha accompagnato prima Mauro Trentini e Emanuele Lapiana (Nano) in “Gli specchi”, poi Aurora e Cristel in “Si può fare” per segnare il medley fra “Perché mi va” e “Dio suona la chitarra” insieme ad Anansi.
Il finale è all’insegna di quella “Stasera l’aria è fresca”, canzone del 1978 diventata il classico per eccellenza di Goran, con il duo Fabrizia e Eris, accanto alla Goran Band e a Braido, ai quali si aggiungono poi tutti i protagonisti di una serata davvero speciale.