Il jazz come grande musica d'arte con «Ai confini e oltre»
Evidenziare la valenza del jazz come «musica d’arte», superando il concetto allora dominante di una musica solo leggera e da ballo come era considerato lo swing: era questo l’obiettivo della «terza corrente» un movimento artistico i cui primi esponenti furono Miles Davis, Gil Evans, George Russel, il Modern Jazz Quartet e in seguito Uri Caine. Un movimento nato negli anni Cinquanta del secolo scorso negli Stati Uniti, impegnato a costruire un terreno di incontro fra musica classica e jazz.
Proprio allo spirito della «terza corrente» si lega la rassegna Ai Confini e Oltre organizzata da Sonata Islands in collaborazione con la Società Filarmonica, Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e Trentino Jazz. «Ai Confini e Oltre - ha spiegato Emilio Galante - intende esplorare in quella che fu la lezione della «terza corrente», il suo essere musica da camera, con l’apporto degli strumenti a percussione che diventa quindi limitato o del tutto assente, la sua predilezione per colori timbrici capaci di accostare ai fiati caratteristici del jazz, gli archi ed una rilettura della tradizione classica ottocentesca in veste jazzistica».
Quattro gli appuntamenti , tutti alle 20.30 nella Sala Filarmonica, a partire da quello del 17 ottobre con il Third Stream Trio formato da Gabriele Mirabassi, clarinetto, Emilio Galante, flauto e Enrico Zanisi, pianoforte. Nel programma figurano alcune riletture, attraverso la pratica improvvisativa, di musiche della tradizione sette-ottocentesca. Ad impreziosire la line up Gabriele Mirabassi, il clarinettista jazz più importante della scena odierna, con una fisionomia musicale molto articolata, che lo ha portato ad eccellere nella musica cameristica e in quella brasiliana. Giovedì 24 sul palco della Filarmonica il «Duo Pure» formato dalla musicista tedesca Olivia Trummer, pianoforte e voce accanto a Nicola Angelucci, batteria, in «Classical To Jazz».
Il duo eseguirà composizioni ispirate alle opere di Bach e Mozart creando arrangiamenti anche complessi, che lasciano molto spazio ai singoli musicisti di poter emergere come improvvisatori.
Giovedì 31 ottobre spazio al quartetto a corde guidato da Salvatore Maiore: una formazione riunita dal contrabbassista e violoncellista sardo che dà vita a un progetto basato sulle musiche composte proprio dal leader. Musiche che fanno parte di una nuova produzione discografica dal titolo «Infinito» legate anche alla grande passione per la musica latinoamericana, da cui Maiore trae ispirazione.
A chiudere la rassegna, il 7 novembre, le note di Saverio Tasca e della formazione AlterArco, in un concerto in cui si esalta il ruolo del vibrafono strumento che suggerirà atmosfere moderne e jazzistiche mentre gli archi sosterranno la musica colta e organizzata.
Ai quattro concerti fanno da preludio due incontri di riflessione musicologica in collaborazione con l’Università di Trento: dopo quello del 2 ottobre un secondo appuntamento è dedicato alla filmografia del cineasta Gianni D’Amico e si terrà giovedì 10 ottobre alle 20 nella Sala Musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia.