Barbara Bertoldi, note dal cuore
Esce per l’etichetta Velit Luna Se fossi una rondinella il nuovo cd della violoncellista e cantante di Trento Barbara Bertoldi.
Ieri alla Libreria Athena di Pergine c’è stata la presentazione del cd a numero chiuso (secondo le regole vigenti al momento, posti limitati), mentre è annullato il concerto di oggi a Rovereto a Casa Mozart. L'appuntamento viene recuperato martedì 3 marzo alle 18.30 alla sala della musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia a Trento in via Tommaso Gar, 14.
Bertoldi, da quali presupposti nasce questo cd?
«Nel dicembre 2018, dopo aver sentito un concerto del coro Valsella, si sono risvegliati in me ricordi di famiglia: sono l’ultima di cinque figli e in casa la musica ha sempre svolto un ruolo importante, ho beneficiato delle esperienze musicali di tutti, in questo caso di mio fratello Lorenzo che ascoltava le cassette del coro della Sat.Durante quel concerto ho pensato che mi sarebbe piaciuto cantare quel repertorio e magari farne un cd».
E come ha preso forma?
«Ho scelto le canzoni che ricordavo con più affetto, ho cercato dei bravi compositori che mi arrangiassero i canti per voce e violoncello, ho cercato e trovato una casa discografica che ha creduto nel progetto, ho fatto dei concerti di prova e il Natale scorso ho registrato, sembra semplice detto così, un anno di lavoro intenso e faticoso, ma che ha dato i suoi frutti!»
Cosa delinea il titolo «Se fossi una rondinella»?
«Viene dal canto “Gran Dio del cielo”: se si sta alla storia di questo canto probabilmente era un’espressione usata, oltre che dall’innamorato che vuol correre dalla sua bella, anche dai soldati che cercavano di “elevarsi” dall’orrore della trincea, la trovo poetica e molto tenera, per sdrammatizzare un po’ potrei dire che oggi se fossi una rondinella spererei di non mangiarmi un moscerino ripieno di insetticida, ma per tutti forse è bello immaginare di alleggerirsi, volare, prendere le distanze, ognuno di noi porta con sé pesi e difficoltà».
Chi ha collaborato agli arrangiamenti?
«Amici e colleghi compositori come Armando Franceschini, Eddy Serafini, Erika Eccli, Nikos Betti e Marco Uvietta ma voglio ricordare anche Piera Gasperi che mi ha accompagnata nei concerti estivi e mi accompagnerà nei prossimi in veste di presentatrice/divulgatrice della storia dei canti con grande competenza e passione».
L’intreccio di voce e violoncello è una sua prerogativa: quale la difficoltà maggiore?
«Io mi sdoppio con facilità direi, inoltre non ho problemi di prove perché la cantante la strumentista sono molto intime e non ci sono nemmeno screzi, come sempre se mai la colpa è della cantante, tutte prime donne! Scherzi a parte mi pare che sia una formula che piace, forse perché principalmente convince e diverte me».
Un lavoro che esce anche in formato fisico.
«È bello per noi musicisti avere una prova tangibile dei nostri lavori. Il cd si presenta con un libretto molto elegante, con le foto dello stesso discografico Marco Lincetto, i testi dei canti, una preziosa introduzione di Piera Gasperi e i curricula di tutta la squadra. La dedica a mia madre è un affettuoso ricordo: quelle storie lei le ha viste e vissute e chissà che non sia stata anche questa una spinta al progetto».