I «MamalBao» contro la sfortuna

di Fabio De Santi

Sono passati dieci anni, era il gennaio del 2010 con un live al Centro Sociale Bruno, da quando i MamalBao, uno dei più trascinanti gruppi rock della scena trentina del terzo millennio, hanno spento i loro amplificatori.

Ora, per chi volesse riscoprire o ritrovare la band di Trento attiva fra il 2007 e il 2009 con una quarantina di live sulle spalle, è uscito il doppio album Ten Years a testimonianza della creatività di Claudio Ruatti alla chitarra e voce, Maurizio Facenda alla chitarra e cori, Romeo Arnoldo al basso e Massimiliano Arnoldo alla batteria.

Il lavoro di registrazione e archivio di Maurizio Facenda (oggi anima degli OrcoMondo), chitarrista della band, ha permesso di recuperare alcuni episodi rappresentativi dei MamalBao il cui nome si collega al leggendario “Bao” la creatura che usano i genitori trentini per spevantare i loro bimbi e che si nasconde sotto il loro letto. Brani, spiegano le note che accompagnano la release, segnati da: «testi ironici e visionari legati ad un rock grezzo ed ignorante, non privo di arrangiamenti ricercati suonati con energia e sudore».



Il primo album (copertina rossa) racchiude l’Ep omonimo uscito nel 2007 composto da cinque brani registrato al Gulliver Studio di Alex Carlin a cui se ne aggiungono altri cinque registrati in saletta su un 4 piste tra cui un inedito «On The Wc» e si conclude con una versione elettronica acustica di un brano estremamente attuale come «Il locale», che affronta il tema della chiusura dei locali e della difficoltà nel trovare spazi in città per suonare la propria musica.



Il secondo album (copertina blu), è la registrazione di un live, un bootleg si diceva un tempo, tenuto il giorno di Santo Stefano del 2009 in Val di Non insieme ai SuperCaniFradiciAdEspiaredosi. Una vera e propria chicca dunque per tuffarsi nel mondo sonoro di una band che alla fine di ogni concerto distribuiva un piccolo adesivo rotondo, l’antibao, con un logo che era una faccia rock’n’roll con l’epica scritta: «MamalBao, basta averne uno per preservarsi dalla sfiga».

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