Radio Dolomiti con voi «Ci facciamo compagnia» non è solo uno slogan
Lo slogan «Ci facciamo compagnia», che segna in questi mesi il ricco palinsesto di Radio Dolomiti, appare quantomai adatto a questo momento così particolare per tutti. Ogni giorno dagli studi di via Missioni Africane i conduttori di Radio Dolomiti raccontano, fra parole, musica e notiziari, la complessa realtà di oggi, facendo compagnia ad una platea di ascoltatori che si estende da Innsbruck al Lago di Garda interessando oltre a tutta la regione anche parte del Veneto e della Lombardia. Da Gabriele Biancardi, la voce simbolo di Radio Dolomiti, ci siamo fatti raccontare l’esperienza quotidiana di un conduttore, che, pur alle prese con gel disinfettanti e distanze di sicurezza, non vuole certo rinunciare alla leggerezza.
Gabriele Biancardi, in quale modo Radio Dolomiti sta affrontando questo periodo inedito per tutti?
«Cerchiamo di trasmettere più serenità possibile, non trascuriamo il momento difficile, ma abbiamo deciso di portare anche leggerezza. L’attualità di questo periodo si lega anche ad ospiti come lo psicologo Paolo Perego, con noi ogni lunedì mattina o il nutrizionista Michele Pizzinini, in onda, sempre al mattino, tutti i martedì».
Ci sono state modifiche nel palinsesto?
«Non direi, sono cambiate solo alcune fasi interne: uffici chiusi al pubblico, grande attenzione a non stare nella stessa stanza e a rispettare le distanze di sicurezza».
Come vi siete attrezzati?
«Siamo in diretta come sempre in studio, ognuno adesso ha il suo copri-microfono personale, siamo dotati di gel disinfettante e puliamo bene ogni cosa come è giusto fare in questo momento»
.
La sua voce è una delle più amate e seguite dal pubblico trentino: quanto è difficile trasmettere un senso di “normalità” agli ascoltatori?
«Io, noi, che facciamo radio, siamo comunque fortunati perché possiamo farlo come prima, quindi è nostro dovere continuare a portare una certa positività di cui si sente, onestamente, il bisogno».
Su questo fronte qual è stata la risposta, il feedback anche attraverso i social, che avete ricevuto dalle migliaia di persone sintonizzate ogni giorno sulle vostre frequenze?
«Molto potente, il nostro slogan di questo periodo, “Ci facciamo compagnia”, ha riassunto in pieno quello che volevamo promuovere. Aggiungerei che la cosa è reciproca, noi dagli ascoltatori, dalle loro telefonate, dai loro messaggi, riceviamo tantissimo in termini di affetto e condivisione. Questo ci dà la carica giusta anche nei momenti in cui appunto si devono dare notizie non belle, difficili e dolorose».
Il momento più particolare, fino ad oggi, davanti al microfono?
«Negli ultimi mesi mi è capitato spesso di ricevere le chiamate dei nostri ascoltatori che avevano perso i loro cari per questo terribile virus e mi chiedevano delle canzoni per salutarli e ricordarli. Impossibile non commuoversi».
E quello più divertente?
«Ci si diverte quando ci si sintonizza su Radio Dolomiti al mattino e si trova una Laura Paolazzi sempre trascinante e pronta a regalare momenti di splendida allegria».
Il mondo della musica, specie in una prospettiva live, è duramente colpito da questa emergenza.
«Penso di frequente a tutti coloro che lavorano nell’ambito dello spettacolo. Credo che i top singer non abbiano problemi ma che altrettanto non si possa dire di tecnici, facchini e di tutti coloro, e sono tanti, che gravitano intorno ad un evento o ad un tour. Stesso discorso per gli artisti non di prima fascia, che devono fare date su date per vivere. Non so quanto il settore degli spettacoli potrà reggere questa situazione».
Lei è amico di tanti musicisti di rilievo nazionale: quali preoccupazioni ha colto?
«Ho sentito alcuni di loro in queste settimane. Il sentimento comune è la poca attenzione che c’è intorno al loro lavoro: non sanno come e quando si potrà tornare a suonare, cantare, ballare in un musical. La soluzione, ma non solo per loro, credo stia nel vaccino e questo, considerando i tempi che ad oggi sembrano necessari, non può creare in loro che un certo, comprensibile, scoramento».
Le sue giornate oltre le onde radio?
«Casa, porto a spasso il mio cane Bruno, spesa ogni tot giorni, scrivo, e cerco di non stressare mia moglie, che fa la veterinaria e lavora come e più di prima».