Maria Devigili canta il mondo delle donne
Una canzone che parla della condizione femminile, su almeno tre piani differenti, segnata da un testo pungente e particolarmente ispirato.Sono questi i contorni di Io, Tu e Le cose il nuovo singolo lanciato da Maria Devigili su Bandcamp. Un brano che la cantautrice di Trento ha composto, suonato e prodotto a Las Vegas dove si trova ancor oggi bloccata dal lockdown e dalla conseguente impossibilità di far ritorno in Italia.
Il brano esplora l’universo in rosa da diverse angolature: «Questa canzone - spiega Maria Devigili - racconta la donna a partire dal piano biologico che è anche quello del ciclo mensile, un aspetto che accomuna indissolubilmente tutte noi». Un altro livello coinvolge l’aspetto psicologico: «Ovvero l’accettazione di se stesse per come si è e per quello che si è al di là del senso del dovere o del senso di inadeguatezza». Nel testo si scopre anche un piano sociale: «Siamo sicuri - si chiede la Devigili - che esistano i “giochi per bambine” e i “giochi per bambini”?». Un cenno autobiografico svela che la cantautrice da bambina non solo "distrusse la sua prima e unica Barbie" ma che il suo sogno era quello di giocare nella Nazionale di calcio.
In questi giorni Maria Devigili sta lavorando al montaggio del videoclip che vedrà la partecipazione di diciotto donne provenienti da ogni parte del Paese: questo anche per testimoniare come, nonostante la distanza geografica e il lockdown dei mesi scorsi, sia il mondo dell’arte, sia quello delle relazioni umane possono trovare nuove vie di realizzazione». Su Bandcamp ha pubblicato anche “Maria Devigili 2010”, uno dei suoi primi album non ufficiali che al tempo vendeva nei concerti in strada o nei locali. «I pezzi contenuti - racconta - sono praticamente inediti in quanto mai veramente pubblicati nei comuni canali discografici.
Vi si trovano canzoni scritte, composte e registrate in un arco di tempo che va dal 2004 al 2010». Prima del 2009, cioè prima di intraprendere la strada di cantautrice, la Devigili proponeva la sua musica su Myspace con il nome d’arte giapponese di Reiniku. Alcuni pezzi dell’album sono del periodo “Reiniku”, un progetto eclettico e non prettamente cantautorale rimasto in una dimensione più sperimentale che altro.