Sylvester Stallone ritorna «Faccio un vecchio supereroe che non vuole più esserlo»
Sylvester Stallone, nel collegamento in streaming con il Giffoni Film Festival ci tiene a fare una promessa: «verrò lì il prossimo anno - dice sorridendo - Sarà molto interessante essere circondato da ragazzi con così grande entusiasmo». Disponibile e rilassato il divo in un incontro di 15 minuti risponde alle domande dei giovani collegati dagli hub del festival in vari Paesi, come Gran Bretagna, Svizzera e Polonia, regalando notizie, riflessioni e alla fine anche un mega selfie via schermo con i ragazzi in sala nel quale fa da cameo uno degli Oscar vinti da Rocky nel 1977.
La saga sul pugile di Philadelphia per Stallone «è stata una benedizione e un miracolo. Non ho mai pensato che sarebbe diventato qualcosa di così grande. Tutti hanno una sogno nel mondo e Rocky ha mostrato che quel sogno si può realizzare - sottolinea -. Se un’idea pensi possa arrivare alle altre persone, vai avanti. Tutte le persone combattono nella vita a mondo loro. Nella storia di qualcuno che lotta e non si arrende tutti possono riconoscersi. Vanno raccontati questi sogni che tutti abbiamo, quelli che riguardano la condizione umana».
Ora Stallone è impegnato in un nuovo progetto (le riprese sono state fermate per la pandemia, ndr), Samaritan di Julius Avery, descritto come uno sguardo più dark al mondo dei superhero movie, genere già toccato dall’attore con Judge Dredd (1995). «In Judge Dredd c’era uno sguardo molto cupo sul futuro. “Samaritan” è un’idea fantastica, interpreto un vecchio supereroe che non vuole più esserlo, e si parla anche del suo rapporto con un bambino. C’è un grande cuore nella storia. In molti film di fantascienza trovo non ci sia molta emozione, Samaritan invece ha molto in comune con Rocky. È molto realistico, non è pieno di elementi fantasy».
L’attore newyorchese, classe 1946, ha voluto farlo «perché credo possa essere l’inizio di una nuova saga. La vedo come una storia che continua perché il racconto si relaziona sia alle persone della mia età che a quelle della vostra».
Quando gli chiedono con quali registi del presente o del passato sceglierebbe di lavorare, Stallone spiega che «dipende tutto dal genere. Per Rocky penserei a Francis Ford Coppola, per un film di fantascienza a qualcuno come i fratelli Russo e Michael Bay, qualcuno che conosce realmente la cinepresa.... Ma il regista con cui mi trovo meglio sono io».
Il divo spiega di aver ottenuto nella vita «tutto quello che mi ero prefissato da giovane, tutti i miei obiettivi sono stati raggiunti e superati. A 30 anni ho vinto questo (dice, mostrando l’Oscar), cosa potrei fare di più? Quello che voglio realizzare ora è scrivere, produrre, trovare giovani filmmaker come voi, aiutarvi a realizzare i vostri sogni. Io non ho più niente da provare, ora è il vostro turno». Infine, a Giffoni augura «un felicissimo 50/0 compleanno. Sono sicuro che raggiungerete successi sempre più grandi».